venerdì 25 marzo 2016

"Nodo di Casale", un'altro pezzo di ferrovia in declino

Si è svolto recentemente un convegno a Casale sulla perdita di ruolo e possibile recupero del trasporto ferroviario in quel territorio, tema affrontato anche dal PD provinciale, che di recente ha prodotto un documento che  fa un chiaro riferimento alla perdita di ruolo del capoluogo e della provincia in tema di trasporti ferroviari, sia merci che passeggeri con  alcune richieste operative di rilancio, per ora solo parzialmente ascoltate da TRENORD nei collegamenti verso Milano: una ordine del giorno con quei ragionamenti e quelle richieste, proposto assieme a SEL è stato votato nel Dicembre 2015 dal consiglio comunale di Alessandria 
La presentazione di quel convegno parla di Nodo di Casale, condivido, è un modo per rafforzare l'idea , ma di fatto , purtroppo , Casale è una stazione singola su una linea singola, meno di Valenza da un punto di vista della circolazione ; tutto il resto è da recuperare, scalo compreso ormai abbandonato .
Vi sono a mio avviso alcuni ragionamenti da fare, su cosa è recuperabile e magari da incrementare, è quello che onestamente è di difficile realizzazione : fa bene l'esperto a mettere in evidenza il rapporto con la Lombardia e quindi a puntare molto sulla riapertura del tratto su Mortara, trattasi di linea in pianura , con meno problemi infrastrutturali ad essere riaperta, a parte il discorso sui passaggi a livello, molto frequenti, e causa di difficoltà alla circolazione ferroviaria e stradale. 
Nel 2014 ho partecipato ad un convegno a Roma, organizzato tra gli altri dal Senatore Borioli,  sulle linee dismesse e in sospensione : su queste ultime, e cioè quelle che in teoria sono riapribili, se le Regioni ci fanno circolare i treni, Rfi ha chiaramente detto che i tempi di attivazione non sono certo immediati , come pure i costi che e con l' andare del tempo il deterioramento delle infrastrutture inutilizzate aumenta e non di poco.
Proprio per questo la linea Casale Asti, collinosa e soprattutto con la presenza di galleria da mettere " a norma " è tra quelle meno recuperabili, a meno di improbabili  , quantunque auspicabili , cambi di rotta sulle strategie delle linee locali : lo stesso ottimo autore lo mette in evidenza, lanciando la suggestiva possibilità di un servizio navetta fino a Moncalvo, prospettiva interessante, turistica sul tipo della riapertura della Ceva Ormea, ma poco realizzabile se la Regione non sposta l'attenzione su queste zone . Sempre sulla Casale Asti cerchiamo però di capirci, non si può auspicare una riapertura quando altri amministratori, sempre degli stessi comuni e nello stesso periodo fanno convegni sulla chiusura definitiva della medesima, sostituita da una pista ciclabile per appassionati della domenica, spacciando per ecologico la morte definita di una linea ferroviaria. 
La riapertura del tratto Casale Vercelli è sicuramente più abbordabile, e credo da un punto di vista della utilizzazione molto interessante, non vedrei peraltro utile la sostituzione del servizio da Alessandria ( molto usato ) su Chivasso con quella su Vercelli, ma opterei per entrambi, trovando una sinergia e razionalizzazione sugli orari.
In ogni caso e per capire come siamo messi la linea Alessandria Ovada, utilizzata per il traffico merci e che quindi potrebbe essere riaperta anche oggi ai treni viaggiatori e senza costi, è in perenne servizio sostitutivo, con corriere stradali, meno veloci e poco adeguate per le coincidenze.
Più complicato e da valutare il discorso che in qualche maniera riguarda le linee ferroviarie sub urbane piemontesi, il ragionamento va alla divisione in lotti previsto ( ma quando ? ), sulla quale abbiamo già espresso qualche riserva per la marginalizzazione dell'alessandrino ; restare agganciati a tutti i costi ad un sistema "torinocentrico" potrebbe risultare poco utile.
Della maggiore attenzione di Trenord ho già detto, anzi scritto positivamente, solo le cifre dell' utilizzo  binari di Alessandria ( 12 o 14 con i tronchi ) non sono quelle citate, valutando in circa il 20 % la presenza, ripeto importante,  del vettore lombardo.
Interessante il paragone Casale Mortara, ma eviterei in futuro considerazioni di campanili ( in questo caso anche interregionali ), che in tema di trasporti hanno portato in passato solo a difficoltà e sconfitte. Da questa situazione ne usciamo, se ne usciamo, tutti insieme, utilizzando al meglio le nostre forze e possibilità. 

Daniele Coloris, resp.trasporti vicesegretario PD provinciale AL

1 commento:

  1. Mi permetto di fare un paio di precisazioni in merito all'incontro.
    1) Il tema Asti - Casale è stato affrontato con enfasi dal sindaco Saletta (Sala Monferrato), io mi sono limitato a sostenere quello che avviene in un paese normale in caso di criticità non devastante a una singola opera d'arte di una linea ferroviaria interregionale come la Asti - Mortara, ovvero la sostituzione con bus dell'ostacolo fino alla sua rimozione. Vivendo noi in un paese non normale si è chiusa tutta la tratta nel 2010 (anche il tronco Casale - Mortara dopo il completo riarmo) e oggi formuliamo le ipotesi migliori che possano contenere i danni e ridare prospettive al territorio quindi gestione lombarda del tratto Casale - Mortara e apertura di una discussione sul destino della tratta Asti - Casale. Onestamente se un paio di sindaci pensano di farci una pista ciclabile posso solo sperare che ottengano dai decisori qualche scossa del capo in segno di dissenso: parliamo di infrastrutture nazionali e il progetto VEN-TO (la rete ciclabile da Venezia a Torino) è da tutti gli organismi competenti approvata su sedimi alternativi a quelli ferroviari.
    Resta sicuramente uno stato di forte degrado del ramo Asti-Casale che ne rende impossibile, ne convengo, un ripristino nell'immediato, ma di cui sicuramente si potrebbe e dovrebbe discutere nella formulazione di progetti di lungo periodo.
    2) In merito alla Casale - Vercelli possiamo pensare a un servizio a Y Alessadria - Casale - Chivasso/Vercelli con cadenzamento orario alternato, ma una verifica dell'utilità della relazione diretta Alessandria - Chivasso la farei. Essa avrebbe senso se con velocità commerciali accettabile facesse effettivamente da cerniera sul nodo di Chivasso quindi a servizio della linea di Aosta, ma questo per le imposte criticità di porta Susa, per una programmazione ancora molto lontana a quella di una rete, per caratteristiche locali assegnate alla tratta non è realizzabile, per questo vedrei più utile connettere Casale Monferrato all'SFM tramite la linea di Chivasso e Alessandria tramite la SFM6.
    3) Alessandria deve a Trenord la sopravvivenza del suo ruolo di nodo, con le linee su Milano Porta Genova e su Milano Centrale con cadenzamento biorario occuperà pochi binari, ma restituisce traffico e ruolo. Va considerato che la stazione di Alessandria ha ancora un punto rifornimento diesel grazie alla linea di Pavia di Trenord, altrimenti l'amministrazione ferroviaria avrebbe tagliato un altro pezzo dell'impianto Alessandrino che ricordiamo era sede di officina Trazione Elettrica, Squadra rialzo, officina Trazione Termica e punto di rifornimento, è ora, credo che Alessandria entri, come capolinea di tre tratte, anche nella tariffazione regionale lombarda in modo da realizzare concretamente quel triangolo Alessandria - Vercelli - Pavia che ridarebbe al Piemonte orientale l'indispensabile servizio ferroviario con la minore spesa pubblica per entrambe le amministrazioni regionali (piemontese e lombarda) tramite lo sfruttamento delle economie di scala dei vettori.
    4) E' indiscutibile che l'attuale amministrazione regionale, specie l'Assessorato ai Trasporti, stia lavorando in un contesto complesso, specie finanziariamente, e pieno di ostacoli dettati dai danni di scelte a lei precedenti, come è indiscutibile l'impegno e l'apertura di vedute che l'Amministrazione Chiamparino, specie nella figura dell'Assessore Balocco, ma penso che proprio le città debbano impegnarsi per ottenere non maggiori investimenti, ma una corretta distribuzione di risorse e un loro intelligente impiego, credo che l'amministrazione casalese sia un exemplum sequendum in questo senso.

    Angelo Marinoni

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