domenica 20 novembre 2016

La Riforma Costituzionale. Il mio ' perché Si ' al Si . Nicola Savi

Nicola Savi, insegnante di diritto , consigliere comunale e presidente commissione affari istituzionali Alessandria 


La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
1. Perché sono superati i tempi e le ragioni del bicameralismo perfetto (1946 -1989).
2. Perché non ho paura di un governo più stabile, in grado di prendere decisioni e assumersene la responsabilità.
3. Perché il nuovo Senato dà un senso al nostro regionalismo disordinato.
4. Perché, avendola studiata, ne comprendo le ragioni, la coerenza e la necessità.
5. Perché non penso a Renzi ma al futuro delle mie figlie, mio e del mio Paese.
6. Perché sono stufo di arrancare dietro alla Germania e voglio sviluppare il mio Paese anche grazie ad un Governo in grado di governare.
7. Perché il Parlamento è obbligato a considerare le proposte di legge fatte dal popolo.
8. Perché con l’abbassamento del quorum i referendum popolari potranno essere validi.
9. Perché si aboliscono enti inutili.
10. Perché sarebbe un’altra occasione perduta.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 1
“Perché sono superati i tempi e le ragioni del bicameralismo perfetto (1946 -1989).”
La parte II della Nostra Costituzione, oggetto della riforma, è stata redatta tra il 25 giugno 1946 e il 22 dicembre 1947.
Settant’anni fa.
Non esisteva la televisione, ben pochi avevano il telefono, molti non avevano il bagno in casa.
Le ferite della guerra erano ancora sanguinanti, le violenze della dittatura dolevano ancora, il rischio di guerra civile non era escluso, Stalin imperava in URSS.
Era necessaria una forte presenza di parlamentari rappresentati del popolo per garantire lo sviluppo democratico del Nostro paese, una compagine di 945 uomini e donne divisi in due Camere (630 – 315) che svolgessero le medesime, identiche funzioni e si controllassero reciprocamente.
Rispetto ad oggi, diverso era il tessuto sociale ed il ruolo dei partiti politici.
Stalin è morto ed il muro di Berlino è caduto.
Abbiamo maturato una coscienza democratica.
È ora di fare un passo avanti verso una maggiore, efficace, responsabile governabilità del Nostro Paese.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 2
“Perché non ho paura di un governo più stabile, in grado di prendere decisioni e assumersene la responsabilità.”
A dire il vero, gli articoli relativi al Governo, di fatto, non sono toccati.
Tuttavia, l’effetto su una maggiore stabilità di Governo, pur se lieve, esiste.
Una maggiore agilità alla funzione esecutiva è data:
a. dalla presenza di un’unica Camera che concede e revoca la fiducia al Governo;
b. da una riduzione dei tempi di approvazione delle leggi;
c. dall’individuazione di un percorso privilegiato (più breve) per la discussione e votazione su proposte di legge del Governo (ddl).
Per il resto può dirsi che nulla cambi negli articoli tra il 92 e il 96.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 3
“Perché il nuovo Senato dà un senso al nostro regionalismo disordinato.”
L’Italia non è una Repubblica Federale, la Costituzione riconosce e promuove le autonomie locali ed il decentramento amministrativo.
Il nostro territorio è diviso in Regioni.
Già nel 1946 ci fu chi propose che il Senato fosse: “il Senato delle Regioni” ma prevalse in modo condiviso la scelta per il bicameralismo perfetto (o paritario).
Le Regioni furono istituite, con voto popolare, nel 1975 (30 anni dopo), nel 2001 (25 anni dopo) venne modificato il potere legislativo di esse (articolo 117).
Oggi si propone un senato delle rappresentanze territoriali (di 100 membri), allo scopo di coordinare più efficacemente i rapporti Stato/Regioni, rendere più omogenee tra loro le funzioni svolte dalle Regioni, e più uguali tra loro i cittadini delle diverse regioni in termini di diritti individuali e di servizi offerti.
L’articolo 3 della Costituzione afferma l’uguaglianza sostanziale dei cittadini; oggi riconosco ampie sacche di disuguaglianza. Anche sul piano territoriale.
Il Senato così modificato può operare efficacemente in direzione della realizzazione di una maggior uguaglianza.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 4
“Perché, avendola studiata, ne comprendo le ragioni, la coerenza e la necessità. “
Ho dedicato diversi giorni e molte ore alla lettura del testo delle riforma, al confronto con il testo tuttora vigente.
Ho riflettuto a lungo per darne una interpretazione quanto più autonoma e fondata sui contenuti veri della riforma.
Ho considerato i possibili sviluppi della sua applicazione.
Mi sono ragionevolmente e profondamente convinto;
a. della sua validità e della sua efficacia
b. della sua necessità (e forse urgenza)
c. del fatto che non devo temere il cambiamento, l’aggiornamento alle mutate condizioni storiche, sociali, politiche ed economiche nel terzo millennio
d. che voglio essere progressista e non conservatore.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 5
“Perché non penso a Renzi ma al futuro delle mie figlie, mio e del mio Paese.”
Io non voto
a. per o contro Renzi,
b. per o contro il governo,
c. per o contro un eventuale abbassamento dei costi della politica
d. per o contro Grillo, Berlusconi o Bersani
e. sulla legge elettorale
f. con la testa rivolta all’indietro
Io voto
a. per un cambiamento che non temo ma che auspico;
b. per un cambiamento adeguato ai tempi e alla realtà in cui viviamo;
c. per un cambiamento che favorisce una maggiore stabilità di Governo (e autorevolezza internazionale);
d. per un cambiamento che al tempo stesso stimola il “fare” e la conseguente assunzione di responsabilità;
e. per un cambiamento … “che se perdo questa occasione alla prossima sarò già vecchio”;
f. con la testa alta e lo sguardo rivolti al futuro.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 6
“Perché sono stufo di arrancare dietro alla Germania e voglio sviluppare il mio Paese anche grazie ad un Governo in grado di governare.”
basta la tabella!
GOVERNI ITALINI DAL 1987 AL 2016
1. Craxi II
2. Fanfani VI
3. Goria
4. De Mita
5. Andreotti VI
6. Andreotti VII
7. Amato I
8. Ciampi
9. Berlusconi I
10. Dini
11. Prodi I
12. D’Alema I
13. D’Alema II
14. Amato II
15. Berlusconi II
16. Berlusconi III
17. Prodi II
18. Berlusconi IV
19. Monti
20. Letta
21. Renzi
GOVERNI TEDESCHI DA 1987 AL 2016
1. Kohl
2. Schroder
3. Merkel
COME STA OGGI L’ITALIA?
COME STA OGGI LA GERMANIA?

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 7
“Perché il Parlamento è obbligato a considerare le proposte di legge fatte dal popolo.”
Se è vero che il numero delle firme da raccogliere per presentare una proposta di legge popolare passa da 50.000 a 150.000,
è anche vero che in 70 anni di repubblica le proposte di legge di iniziativa, praticamente non sono mai state prese in considerazione.
Con la riforma, invece, l’articolo 71 stabilisce che:
«La discussione e la deliberazione conclusiva sulle proposte di legge d'iniziativa popolare sono garantite».
Affermo che:
se una proposta è ragionevole, condivisibile appoggiata dalla società civile, 150.000 firme possono essere raccolte con relativa facilità e le attestano forza, sostegno e riconoscono da parte del popolo.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 8
“Perché con l’abbassamento del quorum i referendum popolari potranno essere validi.”
Viene introdotta una valida possibilità di rendere i referendum abrogativi validi ed efficaci contrariamente al recente passato quando raramente si è raggiunto il quorum del 50%.
Qualora i proponenti raggiungessero il numero di 800.000 firme (non fermandosi alle 500.000 che restano pur sempre valide come oggi) il quorum si abbasserebbe al 50% delle percentuale dei votanti alla ultime elezioni politiche. Oggi potremmo dire: tra il 35% e il 40%.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 9
“Perché si aboliscono enti inutili.”
Non è inutile abolire “enti inutili”.
Non che il CNEL sia un ente inutile,
certamente inadeguato ai tempi ed alle mutate realtà sociali ed economiche del terzo millennio.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 10
“Perché sarebbe un’altra occasione perduta.”
Questa è l’occasione per scegliere il rinnovamento, l’occasione dell’adeguamento alla realtà di oggi:
alla luce di tutti i cambiamenti che ci distanziano enormemente dalle condizioni politiche e sociali del 1948.
 Il treno passa il 4 dicembre 2016.
 Se lo perdiamo, lo perdiamo.
 Mentre altre nazioni viaggiano ad alta velocità,
noi rischiamo di rimanere fermi in stazione per anni (come sempre).

Voto Sì
perché non ho più voglia di aspettare “Godot

mercoledì 2 novembre 2016

Verde urbano, un regolamento per iniziare a migliorare la nostra città


Nei giorni scorsi il vicesindaco Giancarlo Cattaneo ha presentato in commissione il regolamento comunale del verde urbano, testo molto completo e articolato, peraltro a disposizione per le modifiche e integrazioni . 
Nato dalle sollecitazioni di consiglieri di maggioranza , tra i quali Renzo Penna, e di opposizione, rappresenta un deciso punto di svolta  nella gestione e tutela del Verde nel territorio comunale . Nei mesi scorsi la commissione Ambiente aveva affrontato in diverse sedute, anche con visite sul posto, la situazione che denota eccellenze ( Orto Botanico su tutte) ma anche problemi e situazioni non omogenee tra le varie zone.

Il Verde rappresenta un patrimonio irrinunciabile per la salute e la qualità della vita in una città, dove le condizioni climatiche e l'inquinamento hanno valori non certo ottimali. 
Il regolamento detta disposizioni che disciplinano gli interventi sul verde dei parchi,giardini pubblici e privati, i criteri per le nuove progettazioni le norme per l'uso delle aree pubbliche ; testo articolato e completo, con anche tabelle per la determinazione della compensazione ambientale e del valore ornamentale.
Nelle politiche urbanistiche, il verde pubblico è visto   spesso esclusivamente come creazione di parchi, con l’intervento degli amministratori pubblici nella gestione,mentre minore importanza viene data al verde privato che è altrettanto rilevante, aspetto che riprendiamo nel regolamento 
La qualità del territorio passa infatti attraverso il  verde urbano sia pubblico che privato. Il Verde, in quanto elemento di attrattiva tra i più importanti, diventa anche fattore di competitività per l’economia della città, di qualità per la vita dei suoi cittadini, di identità paesaggistica della città.
Importante  il ruolo del verde anche  dal punto di vista bioclimatico: l’evapotraspirazione prodotta dalle piante può contribuire a mitigare la temperatura estiva nelle aree urbane, di particolare importanza in una città afosa come la nostra 
Gli spazi verdi pubblici comportano tutti i problemi legati alla pianificazione,  progettazione, gestione e  manutenzione del sistema degli spazi verdi urbani. Un piano del verde  e la sua regolamentazione è quindi importante  per uno sviluppo corretto delle nostre zone. 
Il verde può inoltre fornire un importante effetto di protezione e di tutela del territorio in aree degradate o sensibili, Inoltre la sua gestione  può consentire la formazione di professionalità specifiche e favorire la formazione di posti di lavoro.

Daniele Coloris, Segretario  PD Alessandria  e Commissione Ambiente