mercoledì 31 dicembre 2014

Intervista sui trasporti . CorrierAL



Coloris Daniele 2Di trasporto pubblicoDaniele Coloris si occupa praticamente da sempre, e non solo per ragioni professionali (è capostazione presso Rfi-Trenitalia), ma per passione e scelta. Più volte abbiamo pubblicato sue riflessioni sul tema, e nei giorni scorsi lo abbiamo incontrato proprio nella sua veste di responsabile provinciale Trasporti del Partito Democratico, anche se in consiglio comunale ad Alessandria si occupa specificamente d’altro (è presidente della commissione Sicurezza e Ambiente: altro settore per nulla di semplice gestione). Da Atm al consorzio Scat, fino ai trasporto su rotaia, il filo conduttore in questi anni sembra essere uno solo: quello dei tagli delle risorse, e conseguentemente dei servizi. Senza che, peraltro, il trasporto pubblico locale sia mai stato reso più efficiente e moderno, tutt’altro. Con Coloris proviamo allora a capire se esistono vie d’uscita realisticamente percorribili, e quali sono.
Presidente Coloris, partiamo da una valutazione generale: il trasporto pubblico locale è ovunque mal messo come in Italia, e non resta che rassegnarsi allo stato presente delle cose, o esistono modelli diversi, e funzionanti?
Strade e modelli diversi, all’insegna di una maggiore efficienza, esistono e sono percorribili, e basta guardare ad alcuni Paesi europei anche non lontani da noi. Ma con una premessa: è illusorio, a mio avviso ma soprattutto guardando ai dati, pensare ad un trasporto pubblico che, sul piano delle risorse, sta in piedi da solo, in base a leggi di solo mercato. Anche in Inghilterra, che ha un modello di gestione sicuramente avanzato e moderno, il rapporto tra costi complessivi e incassi si aggira intorno al 50%. Che naturalmente è diverso dal 33% di media italiana, e dal circa 25% di Atm, per guardare a casa nostra. Mentre, ad esempio, GTT a Torino arriva al 40%.

La differenza, in tutti i casi, la mette la mano pubblica dunque. Che però si sta ritraendo sempre più…
Questo è il grande problema, oggi. I tagli di risorse (limitandoci ad esaminare il caso Piemonte) negli ultimi anni sono stati tali, da portare quasi alla paralisi, o comunque a tagli indiscriminati, sia nel trasporto su gomma che su ferro. Eppure investire in un sistema di trasporti efficiente, che eroghi servizi di qualità, e innalzi il livello complessivo di un Paese e di un territorio, rimane una sfida irrinunciabile. Da questo punto di vista, c’è un disegno di legge, di cui tra l’altro è primo firmatario il senatore del Pd alessandrino Daniele Borioli, che propone una riforma e un riordino della disciplina in materia di trasporto pubblico locale e regionale. Speriamo possa essere un passaggio decisivo verso il futuro del comparto.
Parliamo di casa nostra, partendo dal caso più emblematico e drammatico,Atm autobus ossia ATM. Come se ne esce?
(sorride, ndr) Avessi la ricetta risolutiva, l’avrei già proposta. Ma anche lì, ragioniamo sui numeri. Nel 2013 in realtà un’inversione di tendenza, sul fronte del rapporto tra costi e ricavi, c’è stato, con il recupero su base annua di circa un milione di euro. Ma nel frattempo il taglio complessivo dei contributi comunali, regionali e statali è stato di circa 3,7 milioni di euro. Ora si parla di ricerca di un partner forte, e vedremo nelle prossime settimane cosa questo potrà significare. Sicuramente però, che il partner sia GTT (il comune di Torino è già socio di minoranza di ATM) o altri, bisognerà mettere manonuovamente al piano industriale…
Atm entrataAnche perché i dipendenti di ATM, pur scesi di una decina di unità negli ultimi due anni, sono ancora tra i 220 e i 230: francamente uno sproposito incomprensibile, se pensiamo ai servizi erogati….
La strada lì non può che essere duplice: da un lato riconversione del personale verso le attività che più sono necessarie, autisti prima di tutto. Dall’altro lato ridisegnare i criteri del servizio. Ma approfittandone per rilanciare il trasporto pubblico alessandrino su gomma, non per affossarlo. E lì è il comune che, in primis, deve saper dare indicazioni, che coinvolgono anche il nuovo Piano del Traffico. So che l’assessore Ferralasco ci sta lavorando.
Alessandria in effetti ha due caratteristiche: è un comune molto vasto (più di Torino, addirittura), ma è anche una città che, in centro, ha un traffico e una difficoltà di parcheggio notevole, per essere di piccole dimensioni…..
Infatti credo che si debba rivedere l’intera logica delle linee di ATM. Che oggi, in autobus, ci vogliano 45 minuti dal Cristo all’ospedale, per fare un esempio, mi sembra un po’ troppo. Così come, sempre al Cristo, ci sono vie in cui, tra zona 30, divieti vari e auto la circolazione dei vecchi autobus è davvero complicata. In centro, invece, a me personalmente parrebbe sensato pensare ad una drastica riduzione dell’uso dell’auto. Ovviamente però con la possibilità di un trasporto pubblico efficiente, accanto all’uso di biciclette, e al potenziamento di zone pedonali.
Altro grande problema di ATM è un parco mezzi assolutamente preistorico: come testimoniato anche da problemi recenti…
Per fortuna sono in arrivo 10 mezzi nuovi, che sul totale di circa 90 autobus non sono pochi. Certamente però non basta, e all’interno del progetto di rilancio e del nuovo piano industriale andrà previsto anche questo aspetto: naturalmente tutto ciò in rapporto ai nuovi traguardi che ATM si proporrà di raggiungere.
Guardando al resto del trasporto pubblico provinciale su gomma, non è che loAutobus-in-fiamme scenario sia molto più roseo: anche lì la litania dei tagli è ormai una costante….
Però non è vero che tutte le aziende siano state gestite con la stessa leggerezza di ATM, e che siano mal messe allo stesso modo, per fortuna. Semmai lì il problema è che la logica di muoversi verso una gestione unitaria del trasporto provinciale su gomma, avviata nel 2009 con la nascita del consorzio Scat, non è di fatto mai andata oltre ad una redistribuzione di risorse (anche lì sempre più scarse, peraltro) tra i diversi soggetti che compongono il consorzio stesso.
Stazione AlessandriaL’altra metà della luna, nel trasporto pubblico, è costituita dalle rotaie, ossia dalla galassia Fs, RFI e così via. Pochi sanno peraltro che, nel comune di Alessandria, di stazione ferroviarie ne abbiamo diverse: ma tutte piuttosto trascurate, a partire da quella principale…
Anche lì, ci si lamenta tanto dei tagli al trasporto locale, ma Trenitalia da quel punto di vista si adegua alle direttive, e ai finanziamenti, regionali. E niente vieta di pensare ad un ripensamento della rete, e soprattutto ad una riorganizzazione delle periferie….

Partiamo dalla stazione Fs di Alessandria, e dintorni, intesi soprattutto comeParcheggio Tizianoparcheggi. Dovremmo essere uno snodo primario ma…non siamo un po’ in abbandono?
(sospira, ndr) Ci lavoro come capostazione, conosco la realtà. Che non è tutta così nera, qualcosa si muove. Finalmente, ad esempio, dovrebbe essere in via di risoluzione il problema dell’accesso ai binari per le persone in carrozzina, grazie all’apertura di appositi ascensori: fino ad oggi, a chiamata, ci ha sempre pensato il personale Fs. Però naturalmente sussistono anche altre necessità, a partire da un sistema di parcheggi un po’ più moderno e funzionale, e dalla realizzazione di un Movicentro che è ormai realtà in tutte le altre città della provincia, e rappresenterebbe una risorsa importante anche per Alessandria: si parla dell’area centrale del parcheggio Tiziano, vedremo. Altre aree che potrebbero essere adibite a parcheggi, con opportuni sottopassi o navette, sono i terreni di proprietà delle FS in zona Cristo-Scalo Ferrovie. E poi non scordiamoci che sul terreno comunale le stazioni ferroviarie periferiche sono diverse, e assolutamente sotto-utilizzate. Le più ‘vive’ rimangono senz’altro Spinetta e San Giuliano, dove fermano i treni della linea per e da Tortona-Voghera. Ma a Valmadonna fermano invece pochissimi treni, e a Cantalupo addirittura nessuno: con il paradosso che lì, tranne che di notte, c’è ancora anche il personale con i diversi turni, per una serie di necessità tecniche. Mi chiedo se questa rete di stazioni minori (ma anche Cabanette e San Michele, dove non ci sono stazioni ma i treni potrebbero comunque effettuare delle fermate) non si possano utilizzare per mettere a punto un sistema di trasporto locale su rotaia, adeguatamente integrato al servizio bus. Ottimizzando l’esistente, senza stravolgimenti o aumenti di costi, e anzi magari addirittura risparmiando.
Scalo merciPoi c’è lo scalo merci, presidente Coloris: per Alessandria ormai da tempo una battaglia persa, ma che brucia, sul fronte della logistica..
E’ una struttura oggi utilizzata, al più, al 20% delle sue potenzialità, in effetti: ci arrivano, via Ovada, i container del porto di Genova che per ragioni di dimensioni non possono andare altrove, e i container della raffineria di San Nazzaro, in Lomellina. Ma quello di Alessandria rimane lo scalo merci più grande e strutturato della provincia per cui, al di là dei campanilismi e anche magari di alcune responsabilità sul piano della mancanza di proposte, credo che le potenzialità ci siano. Non solo il Terzo Valico, ma soprattutto il raddoppio della linea oggi ad un solo binario che da Genova smista le merci verso Milano e Torino potrebbero avere ricadute importanti su Alessandria. Rimango convinto che il futuro vedrà sempre più una crescita del trasporto merci su rotaia, rispetto a quello su gomma, per cui certe infrastrutture torneranno per forza di cose ad avere un ruolo strategico.
Ettore Grassano

martedì 30 dicembre 2014

Rappresentanza e attenzione per i territori in Alessandria


Pd 3 
La fine delle circoscrizioni nel comune di Alessandria, avvenuta per variata normativa nel 2012, ha aperto nel nostro territorio una discussione e una reale difficoltà nella rappresentanza nelle varie zone; le ex circoscrizioni, nonostante i limiti piuttosto evidenti, rappresentavano un riferimento formale e di ascolto rispetto alle esigenze del territorio.
Ora questo limite si è trasformato in un’assenza di qualsiasi forma di rappresentanza, con tuttalpiù i consiglieri comunali che cercano di rapportarsi con riunioni e assemblee; questo comporta una 
mancanza, più o meno parziale, di quel contatto e confronto con i cittadini o, peggio, il dare credito a gruppi o interessi più o meno legittimi, talvolta scarsamente rappresentativi.
Nel programma elettorale della coalizione che il Partito Democratico sostiene si parlaColoris nuova chiaramente di “quartieri” come superamento delle circoscrizione, quartieri che nell’articolata e complessa geografia del comune di Alessandria andrebbero identificati, oltre che in quelli “storici” cittadini, nei numerosi paesi del circondario. Probabilmente la questione “formale” è più complessa di quello che può apparire a prima vista, trovare una formula che garantisca rappresentatività, democrazia ed efficienza non è semplice, ciò nondimeno il lavoro della commissione affari istituzionali e il documento approvato dal PD di Alessandria, deve essere urgentemente portato a termine, affinando e semplificando i contenuti ove necessario.
Come segretari di zona per il Pd, Cristo e Spinetta, e comunque persone che sul territorio hanno svolto e svolgono un’attività giornaliera non da soli, riteniamo che senza una struttura e persone che, volontariamente e a titolo gratuito come noi, diano voce ai cittadini e cerchino soluzioni sia complicato andare avanti.
Sulla Fraschetta non si può più pensare che non ci sia un luogo dove possono convergere le problematiche di 7 paesi. La Fraschetta non è un quartiere, necessità di particolari attenzioni dal punto di vista ambientale,bisogna dare rappresentanza ai paesi e raccordare il tutto avendo come ambito le ex circoscrizioni; idem per la zona Sud e Nord dove sono presenti sobborghi importanti.
Mazzoni CristinaNelle nostre sia pure sommarie valutazioni riferite ai quartieri Cristo e Spinetta, che da soli contano circa 15 e 8 mila abitanti, vediamo che ci sarebbe bisogno anche qui di curare la manutenzione delle strade, rivedere la viabilità, migliorare la raccolta dell’immondizia (la positiva operazione di Amag Ambiente può aiutare), risistemare il verde pubblico e affrontare i problemi e le prospettive del commercio. Temi e problematiche proprie anche di altre zone della città, la situazione economica del Comune non permette spese particolari, ma riteniamo che i territori del nostro comune necessitino tutta l’attenzione formale e pratica possibile.

*Segreteria Ceriana (Cristo) e Spinetta
Partito Democratico Alessandria

lunedì 27 ottobre 2014

Nuovi mezzi per Atm

24 ottobre 2014

Presentazione dei nuovi mezzi Atm , dieci in tutto di cui 5 urbani, 3 disabili e 2 grandi mezzi per le  corse extraurbane. In più la notizia dell adeguamento di numerosi veicoli già in uso dallo standard euro 2 ad euro 5. Una nota positiva, con i contributi regionali, di comune ed azienda, che si affianca ad progressivo miglioramento dei conti, pur in presenza di un pregresso pesante da sanare e minori trasferimenti pubblici.  

Era dal 2005 che atm non acquistava mezzi nuovi e le difficoltà per il parco mezzi vetusto era evidente. Di particolare rilievo la cura, non sempre diffusa in altre città, per il sevizio dei portatori di handicap, che oltre ai mezzi appositi potranno usufruire, come si vede in foto, di accessi adeguati anche sugli altri. Un modo concreto per risollevare , anche attraverso piani di mobilità che lo favoriscano, il trasporto pubblico in città 

martedì 7 ottobre 2014

Riapriamo subito la linea Ovada-Alessandria


La decisioni della ex giunta regionale di ridurre, negli ultimi anni, il servizio su rotaia con la soppressione del servizio su numerose linee ferroviarie, ha provocato negli anni scorsi una serie di reazioni e preoccupazioni per il lavoro, un peggioramento del servizio e, diciamolo pure, un decadimento della nostra storia e delle nostre tradizioni sui trasporti.
La chiusura al traffico “solo viaggiatori ” della linea di Alessandria-Ovada (33 km circa, completamente automatizzata, senza ” risparmi “ teorici sul personale di Rfi, e diversi treni merci che continuano a passare provenienti soprattutto da e per Genova Voltri) avvenuta nel giugno 2012 è uno di quelle situazioni alle quali occorre porre rimedio. Non meno importante la situazione delle altre linee locali dell’ Alessandrino, ci sono già movimenti in atto da parte di amministratori del casalese e basso monferrato, ma non utilizzare una linea che è aperta regolarmente per il traffico cargo e non necessita di interventi strutturali per riaprire, ci sembra paradossale.
Il nuovo Assessore Regionale, credo maggiormente sensibile su questi temi, ascoltati di recente in provincia assieme ai neo consiglieri, ma è importante che le amministrazioni locali riprendano l’impegno di due anni fa e coordinino su base provinciale (sul modello di quanto i cuneesi stanno facendo con l’interessante progetto Metrogranda) le attività e le proposte sui trasporti ferroviari e stradali.
Un impegno che serva anche per entrare nel merito di quello che faranno (o potranno fare) le nuove province in tema di trasporti, alle quali comunque la legge 56 assegna funzione di ” coordinamento”, e ad avviare una discussione concreta più che mai necessaria non solo su questo argomento.
Daniele Coloris *Coordinatore provinciale PD forum trasporti & infrastrutture

martedì 30 settembre 2014

Autozug, il paradosso Alessandrino



Si fa, giustamente, un gran parlare e  prendere posizione in merito alla decisione da parte dell' agenzia Autozug di sospendere dal 2017 i propri treni su Alessandria. I treni DB Autozug (auto al seguito) collegano, partendo da 15 terminal diversi, Germania, Francia, Italia e Austria ,"senza code e a basso impatto ambientale, con emissioni di CO² generate da un viaggio in treno di circa il 67 percento inferiori a quelle provocate da un corrispondente viaggio in auto" cita con precisione il sito dell' azienda e già questo basterebbe a rendere importante il tutto, con buona pace di chi avversa o rende  difficile il trasporto ferroviario.

Alessandria è uno dei due punti di " attracco" del servizio ( l' altro è Bolzano ), mentre per Autoslaap ( identico tipo di servizio dall'Olanda ) oltre alla nostra città c'è Livorno : e qui sorge spontanea la prima domanda, perché proprio ad Alessandria ? Non certo perché c'è il mare o è una città d' arte ( anche se...) o sede di importanti avvenimenti, ma semplicemente ( pare poco ) perché " strategicamente " sita  nel posto giusto, con le infrastrutture necessarie. Senza scomodare Barbarossa, Napoleone o la seconda guerra mondiale, è evidente che essere terra di passaggio, equidistante dalle principali città del Nord, dal mare e dai monti è, al netto delle vicende belliche, un vantaggio, soprattutto  in tema di trasporti . Peccato che nel corso degli anni quella che è la vocazione, soprattutto ferroviaria, alessandrina sia andando scemando proprio nei collegamenti principali ; il traffico merci, anche se Alessandria è inserita nel famoso corridoio 1( dal Nord Europa ai porti ), è in crisi e quello viaggiatori, nonostante  un intenso traffico a medio e corto raggio, è rimasto tagliato fuori dalle linee ad Alta velocità e ha visto ridurre drasticamente i collegamenti verso il centro e il Sud Italia .
Ora il punto è proprio questo, se non si ritrova la capacità di invertire il " declino ferroviario " della zona, saremo sempre costretti a rincorrere i problemi e a perdere le occasioni che pure ci sono e ci sono state ( poco più di 10 anni dalla stazione di Alessandria si componevano, provenienti da Bologna e Genova,  e partivano treni da e per Parigi, per dirne una ). Da qui il ragionamento sulle possibilità di sfruttamento turistico e di accoglienza della zona ci sta tutto, ma in concreto cosa trova un turista arrivando da noi che non lo spinga ad andare subito al mare con la propria auto?  Il Monferrato, Marengo ecc.ecc. possibilità ce ne sono e anche valide, occorre però uno sforzo maggiore per promuovere e probabilmente una sinergia tra "addetti ai lavori" di ogni tipo che si impegnino , come per i collegamenti, a valorizzare il nostro territorio.

Cristina Mazzoni, assessore turismo provincia Alessandria 
Daniele Coloris, responsabile trasporti PD provincia Al

domenica 28 settembre 2014

Alessandria, una stazione per la città



In questa scheda non affronteremo il, pur importante, tema dei collegamenti ferroviari, da e per la città, che sarà oggetto di una valutazione apposita, ma  tutto quello che riguarda il "mondo" attorno alla stazione , parcheggi, vie di accesso, collegamenti urbani, servizi e il non secondario, per Alessandria, tema delle intersezioni tra ferrovia e strade ( sotto/ sovrappassi, passaggi a livello ecc. )La prima considerazione riguarda la consistenza delle infrastrutture e degli edifici ferroviari, enorme per numero di linee ed estensione complessiva : dieci le linee afferenti il capoluogo, dodici i binari di stazione più altri dieci per il ricovero delle vetture, oltre trecento i treni giornalieri al netto dell ' enorme, e purtroppo in larga parte inutilizzato, scalo ferroviario (37 binari solo per arrivi e partenze ) che dall'inizio della zona Cristo si estende per circa 4 chilometri verso Casalbagliano. Strutture del genere necessitano di interventi e soluzioni per permetterne alla città e agli utenti un utilizzo migliore di quello attuale.Parcheggiare o comunque accedere alla stazione è complicato, i parcheggi liberi sono lontani dall 'edificio , insufficienti, nelle ore di punta il traffico è elevato e caotico. Le possibili soluzioni vanno ricercate individuando nella zona aree adatte tra quelle non utilizzate o adibite ad altri usi : il parcheggio a pagamento lato ponte Tiziano è poco  usato, complice anche una segnalazione e accesso non adeguata e va inoltre  ripristinata la zona libera verso il ponte . È anche stato ipotizzato, e pare realizzabile, un deposito per biciclette coperto all'interno della stazione, permettendo   agli utenti una custodia del proprio mezzo e risolvendo la caotica situazione davanti alla stazione . Più complicato, ma importante realizzare un'accesso e un parcheggio nella zona Sud verso il quartiere Cristo : l'ampia zona antistante il dopolavoro ferroviario e campo da rugby, in parte inutilizzata ( di Fs logistica, società del gruppo Fs ) potrebbe diventare, una volta trovato l' accordo e le risorse , un  parcheggio di dimensioni importanti.

 . Permetterebbe  una diminuzione del traffico ( intenso e concentrato sul cavalcaferrovia  di viale Brigata Ravenna e sottopasso )di via Maggioli ) da e per il Cristo e per chi proviene da quella direzione : è del tutto evidente che è necessario, a quel punto, realizzare un collegamento con il resto della città , o attraverso un collegamento ciclopedonale ( sottopasso ) verso la stazione , secondo un progetto tutt'ora esistente ma fermo  o un servizio navetta di servizio urbano , secondo un'idea dell'amministrazione comunale, che dovrebbe interessare altre zone della città
Il Movicentro, ad Alessandria, servirebbe tantissimo ; se ne parla da anni, esiste in quasi tutte le stazioni , anche mediopiccole, ma la sua realizzazione non è mai partita. Struttura , generalmente a fianco delle stazioni ferroviarie, che serve da terminal per gli arrivi e partenze delle corriere per il servizio extra-urbano, dei collegamenti cittadini pubblici, dei taxi , da sala attesa , biglietteria e nei casi piú interessanti con veri e propri piccoli centri commerciali, oltre che di collegamento.È evidente che una struttura sarebbe utilissima  e permetterebbe un utilizzo ottimale, perlomeno dal punto di vista logistico , dei mezzi di trasporto pubblici, siano essi ferroviari o stradali e dell interscambio tra essi. La risistemazione della zona davanti ( giardini ) e di fianco  alla stazione è un altro punto qualificante di tutto il progetto, contribuirebbe ad un uso non solo di "passaggio "da parte dei pendolari, ad un accoglienza degna di tale nome per i turisti stranieri che usano i treni con auto al seguito Autozug e Autoslaap e ad un recupero delle situazioni di degrado e scarsamente attrattive purtroppo esistentiNon strettamente e fisicamente legati alla stazione, ma estremamente importanti per la viabilità del comune la problematica relativa ai passaggi a livello : un discorso a parte merita la situazione in fraschetta , dove alcune alcune realizzazioni già esistenti soffrono di problemi strutturali ( allagamenti ) che ne limitano l'utilizzo e soprattutto quello in via Genova a Spinetta taglia in due la località provocando rallentamenti e inquinamento . Più articolata e con qualche reale possibilità di intervento   la situazione nella zona Sud, tramite la soppressione ( sottopasso ) dei passaggi di via della Moisa ( che assieme alla risistemazione della medesima , permetterebbe un collegamento alternativo da e per il quartiere Cristo ), anche se il problema principale per il traffico riguarda quello trafficato di via Casalcermelli,  in uscita dal quartiere, e qui le alternative, dato gli spazi, non sono semplici e potrebbero riguardare la realizzazione di un sovrappasso più a Sud. Su tutto ovviamente incombe il problema economico, stante l' impossibilità  da parte dell ' amministrazione di stanziare a cifre, e sarà importante trovare le sinergie ( e in parte le risorse ) per questi interventi con il gruppo Fs, i vettori e gli attori   interessati, anche economicamente,  al trasporto e alla riqualificazione urbana, nonché un migliore rapporto con la Regione, che sul trasporto e infrastrutture ha  competenze importanti.