domenica 20 novembre 2016

La Riforma Costituzionale. Il mio ' perché Si ' al Si . Nicola Savi

Nicola Savi, insegnante di diritto , consigliere comunale e presidente commissione affari istituzionali Alessandria 


La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
1. Perché sono superati i tempi e le ragioni del bicameralismo perfetto (1946 -1989).
2. Perché non ho paura di un governo più stabile, in grado di prendere decisioni e assumersene la responsabilità.
3. Perché il nuovo Senato dà un senso al nostro regionalismo disordinato.
4. Perché, avendola studiata, ne comprendo le ragioni, la coerenza e la necessità.
5. Perché non penso a Renzi ma al futuro delle mie figlie, mio e del mio Paese.
6. Perché sono stufo di arrancare dietro alla Germania e voglio sviluppare il mio Paese anche grazie ad un Governo in grado di governare.
7. Perché il Parlamento è obbligato a considerare le proposte di legge fatte dal popolo.
8. Perché con l’abbassamento del quorum i referendum popolari potranno essere validi.
9. Perché si aboliscono enti inutili.
10. Perché sarebbe un’altra occasione perduta.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 1
“Perché sono superati i tempi e le ragioni del bicameralismo perfetto (1946 -1989).”
La parte II della Nostra Costituzione, oggetto della riforma, è stata redatta tra il 25 giugno 1946 e il 22 dicembre 1947.
Settant’anni fa.
Non esisteva la televisione, ben pochi avevano il telefono, molti non avevano il bagno in casa.
Le ferite della guerra erano ancora sanguinanti, le violenze della dittatura dolevano ancora, il rischio di guerra civile non era escluso, Stalin imperava in URSS.
Era necessaria una forte presenza di parlamentari rappresentati del popolo per garantire lo sviluppo democratico del Nostro paese, una compagine di 945 uomini e donne divisi in due Camere (630 – 315) che svolgessero le medesime, identiche funzioni e si controllassero reciprocamente.
Rispetto ad oggi, diverso era il tessuto sociale ed il ruolo dei partiti politici.
Stalin è morto ed il muro di Berlino è caduto.
Abbiamo maturato una coscienza democratica.
È ora di fare un passo avanti verso una maggiore, efficace, responsabile governabilità del Nostro Paese.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 2
“Perché non ho paura di un governo più stabile, in grado di prendere decisioni e assumersene la responsabilità.”
A dire il vero, gli articoli relativi al Governo, di fatto, non sono toccati.
Tuttavia, l’effetto su una maggiore stabilità di Governo, pur se lieve, esiste.
Una maggiore agilità alla funzione esecutiva è data:
a. dalla presenza di un’unica Camera che concede e revoca la fiducia al Governo;
b. da una riduzione dei tempi di approvazione delle leggi;
c. dall’individuazione di un percorso privilegiato (più breve) per la discussione e votazione su proposte di legge del Governo (ddl).
Per il resto può dirsi che nulla cambi negli articoli tra il 92 e il 96.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 3
“Perché il nuovo Senato dà un senso al nostro regionalismo disordinato.”
L’Italia non è una Repubblica Federale, la Costituzione riconosce e promuove le autonomie locali ed il decentramento amministrativo.
Il nostro territorio è diviso in Regioni.
Già nel 1946 ci fu chi propose che il Senato fosse: “il Senato delle Regioni” ma prevalse in modo condiviso la scelta per il bicameralismo perfetto (o paritario).
Le Regioni furono istituite, con voto popolare, nel 1975 (30 anni dopo), nel 2001 (25 anni dopo) venne modificato il potere legislativo di esse (articolo 117).
Oggi si propone un senato delle rappresentanze territoriali (di 100 membri), allo scopo di coordinare più efficacemente i rapporti Stato/Regioni, rendere più omogenee tra loro le funzioni svolte dalle Regioni, e più uguali tra loro i cittadini delle diverse regioni in termini di diritti individuali e di servizi offerti.
L’articolo 3 della Costituzione afferma l’uguaglianza sostanziale dei cittadini; oggi riconosco ampie sacche di disuguaglianza. Anche sul piano territoriale.
Il Senato così modificato può operare efficacemente in direzione della realizzazione di una maggior uguaglianza.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 4
“Perché, avendola studiata, ne comprendo le ragioni, la coerenza e la necessità. “
Ho dedicato diversi giorni e molte ore alla lettura del testo delle riforma, al confronto con il testo tuttora vigente.
Ho riflettuto a lungo per darne una interpretazione quanto più autonoma e fondata sui contenuti veri della riforma.
Ho considerato i possibili sviluppi della sua applicazione.
Mi sono ragionevolmente e profondamente convinto;
a. della sua validità e della sua efficacia
b. della sua necessità (e forse urgenza)
c. del fatto che non devo temere il cambiamento, l’aggiornamento alle mutate condizioni storiche, sociali, politiche ed economiche nel terzo millennio
d. che voglio essere progressista e non conservatore.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 5
“Perché non penso a Renzi ma al futuro delle mie figlie, mio e del mio Paese.”
Io non voto
a. per o contro Renzi,
b. per o contro il governo,
c. per o contro un eventuale abbassamento dei costi della politica
d. per o contro Grillo, Berlusconi o Bersani
e. sulla legge elettorale
f. con la testa rivolta all’indietro
Io voto
a. per un cambiamento che non temo ma che auspico;
b. per un cambiamento adeguato ai tempi e alla realtà in cui viviamo;
c. per un cambiamento che favorisce una maggiore stabilità di Governo (e autorevolezza internazionale);
d. per un cambiamento che al tempo stesso stimola il “fare” e la conseguente assunzione di responsabilità;
e. per un cambiamento … “che se perdo questa occasione alla prossima sarò già vecchio”;
f. con la testa alta e lo sguardo rivolti al futuro.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 6
“Perché sono stufo di arrancare dietro alla Germania e voglio sviluppare il mio Paese anche grazie ad un Governo in grado di governare.”
basta la tabella!
GOVERNI ITALINI DAL 1987 AL 2016
1. Craxi II
2. Fanfani VI
3. Goria
4. De Mita
5. Andreotti VI
6. Andreotti VII
7. Amato I
8. Ciampi
9. Berlusconi I
10. Dini
11. Prodi I
12. D’Alema I
13. D’Alema II
14. Amato II
15. Berlusconi II
16. Berlusconi III
17. Prodi II
18. Berlusconi IV
19. Monti
20. Letta
21. Renzi
GOVERNI TEDESCHI DA 1987 AL 2016
1. Kohl
2. Schroder
3. Merkel
COME STA OGGI L’ITALIA?
COME STA OGGI LA GERMANIA?

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 7
“Perché il Parlamento è obbligato a considerare le proposte di legge fatte dal popolo.”
Se è vero che il numero delle firme da raccogliere per presentare una proposta di legge popolare passa da 50.000 a 150.000,
è anche vero che in 70 anni di repubblica le proposte di legge di iniziativa, praticamente non sono mai state prese in considerazione.
Con la riforma, invece, l’articolo 71 stabilisce che:
«La discussione e la deliberazione conclusiva sulle proposte di legge d'iniziativa popolare sono garantite».
Affermo che:
se una proposta è ragionevole, condivisibile appoggiata dalla società civile, 150.000 firme possono essere raccolte con relativa facilità e le attestano forza, sostegno e riconoscono da parte del popolo.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 8
“Perché con l’abbassamento del quorum i referendum popolari potranno essere validi.”
Viene introdotta una valida possibilità di rendere i referendum abrogativi validi ed efficaci contrariamente al recente passato quando raramente si è raggiunto il quorum del 50%.
Qualora i proponenti raggiungessero il numero di 800.000 firme (non fermandosi alle 500.000 che restano pur sempre valide come oggi) il quorum si abbasserebbe al 50% delle percentuale dei votanti alla ultime elezioni politiche. Oggi potremmo dire: tra il 35% e il 40%.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 9
“Perché si aboliscono enti inutili.”
Non è inutile abolire “enti inutili”.
Non che il CNEL sia un ente inutile,
certamente inadeguato ai tempi ed alle mutate realtà sociali ed economiche del terzo millennio.

La riforma costituzionale
IL MIO “PERCHÉ SÌ” AL SÌ.
n. 10
“Perché sarebbe un’altra occasione perduta.”
Questa è l’occasione per scegliere il rinnovamento, l’occasione dell’adeguamento alla realtà di oggi:
alla luce di tutti i cambiamenti che ci distanziano enormemente dalle condizioni politiche e sociali del 1948.
 Il treno passa il 4 dicembre 2016.
 Se lo perdiamo, lo perdiamo.
 Mentre altre nazioni viaggiano ad alta velocità,
noi rischiamo di rimanere fermi in stazione per anni (come sempre).

Voto Sì
perché non ho più voglia di aspettare “Godot

mercoledì 2 novembre 2016

Verde urbano, un regolamento per iniziare a migliorare la nostra città


Nei giorni scorsi il vicesindaco Giancarlo Cattaneo ha presentato in commissione il regolamento comunale del verde urbano, testo molto completo e articolato, peraltro a disposizione per le modifiche e integrazioni . 
Nato dalle sollecitazioni di consiglieri di maggioranza , tra i quali Renzo Penna, e di opposizione, rappresenta un deciso punto di svolta  nella gestione e tutela del Verde nel territorio comunale . Nei mesi scorsi la commissione Ambiente aveva affrontato in diverse sedute, anche con visite sul posto, la situazione che denota eccellenze ( Orto Botanico su tutte) ma anche problemi e situazioni non omogenee tra le varie zone.

Il Verde rappresenta un patrimonio irrinunciabile per la salute e la qualità della vita in una città, dove le condizioni climatiche e l'inquinamento hanno valori non certo ottimali. 
Il regolamento detta disposizioni che disciplinano gli interventi sul verde dei parchi,giardini pubblici e privati, i criteri per le nuove progettazioni le norme per l'uso delle aree pubbliche ; testo articolato e completo, con anche tabelle per la determinazione della compensazione ambientale e del valore ornamentale.
Nelle politiche urbanistiche, il verde pubblico è visto   spesso esclusivamente come creazione di parchi, con l’intervento degli amministratori pubblici nella gestione,mentre minore importanza viene data al verde privato che è altrettanto rilevante, aspetto che riprendiamo nel regolamento 
La qualità del territorio passa infatti attraverso il  verde urbano sia pubblico che privato. Il Verde, in quanto elemento di attrattiva tra i più importanti, diventa anche fattore di competitività per l’economia della città, di qualità per la vita dei suoi cittadini, di identità paesaggistica della città.
Importante  il ruolo del verde anche  dal punto di vista bioclimatico: l’evapotraspirazione prodotta dalle piante può contribuire a mitigare la temperatura estiva nelle aree urbane, di particolare importanza in una città afosa come la nostra 
Gli spazi verdi pubblici comportano tutti i problemi legati alla pianificazione,  progettazione, gestione e  manutenzione del sistema degli spazi verdi urbani. Un piano del verde  e la sua regolamentazione è quindi importante  per uno sviluppo corretto delle nostre zone. 
Il verde può inoltre fornire un importante effetto di protezione e di tutela del territorio in aree degradate o sensibili, Inoltre la sua gestione  può consentire la formazione di professionalità specifiche e favorire la formazione di posti di lavoro.

Daniele Coloris, Segretario  PD Alessandria  e Commissione Ambiente




sabato 15 ottobre 2016

Il Teleriscaldamento in Alessandria

Recentemente, il Comune di Alessandria, a seguito di un Bando di gara pubblica ha affidato la realizzazione e gestione di un sistema di teleriscaldamento sul proprio territorio. La nostra città dal 2014 ha già un sistema di teleriscaldamento che serve parte del quartiere Cristo. Attualmente, il servizio gestito da Alessandria Calore Srl, è offerto solo dove la rete di questa infrastruttura è stata realizzata. L’attuale impianto e quello che servirà il resto della città sono tema di discussione anche accese, da parte dei contrari alle scelte dell’amministrazione. Io realizzo immagini e questa è la mia fotografia sul tema del TELERISCALDAMENTO IN ALESSANDRIAun contributo alla discussione, di un non specialista del settore e si divide in due sezioni. Nella prima parte c’è una spiegazione a grandi linee di cosa è il teleriscaldamento, il funzionamento, le varie tecnologie e la sua diffusione in Italia. Nella seconda parte ho analizzato e illustrato, “a modo mio” le principali caratteristiche del nuovo impianto alessandrino.


COS’È IL TELERISCALDAMENTO (TLR)

Il TLR è una forma di riscaldamento che consiste essenzialmente nella distribuzione, attraverso una rete di tubazioni isolate e interrate, di acqua calda proveniente da una centrale di produzione, alle abitazioni con successivo ritorno della stessa acqua alla centrale.

Produzione: Il calore è prodotto in una centrale termica di dimensioni variabili. Le più diffuse sono di cogenerazione termoelettrica a gas naturale combustibili fossili o biomasse, oppure utilizzando il calore proveniente dalla termovalorizzazione dei rifiuti solidi urbani. Oltre alle biomasse, le altre fonti di energia rinnovabile utilizzate per il TLRsono la geotermia (Calore proveniente dall'interno della Terra) e il solare termico. Un'altra fonte di energia è l'uso di calore di scarto da processi industriali.

Distribuzione: L’acqua, solitamente viene inviata a circa 90°C e ritorna in centrale a circa 70°C.

Questa tecnologia offre vantaggi per la comunità: risparmio energetico e riduzione delle emissioni. Basti ricordare le alterazioni climatiche connesse alle emissioni di gas ad effetto serra (dei combustibili fossili) Non a caso le norme attuative degli accordi internazionali miranti alla riduzione dei gas serra indicano proprio nel TLR uno degli strumenti più efficaci ai fini della riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Dal suo sito nazionale LEGAMBIENTE fa questa premessa: “L’efficienza energetica è oggi non solo una prospettiva condivisa ma viene riconosciuta come la più efficace strada per ridurre la spesa energetica e le emissioni di gas serra. Tra i tanti cambiamenti avvenuti in questi anni proprio l’innovazione delle tecnologie, la ricerca e diffusione stanno permettendo di realizzare risultati fino a qualche tempo fa impensabili. Un esempio efficace è lo sviluppo che ha avuto il teleriscaldamento nel nostro Paese. Oggi sono quasi 3 milioni gli abitanti equivalenti che usufruiscono di servizi di teleriscaldamento e/o raffrescamento, che hanno permesso a famiglie e attività di risparmiare in bolletta e di ridurre inquinamento e emissioni. Sono numeri importanti che ci confermano quanto sia importante guardare in questa direzione per ridurre la domanda di energia per riscaldamento e raffrescamento, in particolare se legati a interventi sugli edifici e i quartieri, anche perché è qui la quota più rilevante della spesa energetica delle famiglie e quella in maggiore crescita nei consumi dei diversi settori.”


A conferma di queste linee guida c’è da rilevare che grandi città europee come Vienna, Copenaghen, Stoccolma, Friburgo, avanguardie nell’ambito della sostenibilità ambientale mondiale sono dotate di queste infrastrutture con impianti di cogenerazione e termovalorizzazione dei rifiuti. Il TLR si è sviluppato in Europa soprattutto nei paesi scandinavi e baltici, dove la popolazione servita varia dal 42% (Svezia) al 64% (Lettonia). In Islanda, il 99% della popolazione è servita dal TLR (in questo caso tuttavia si tratta di sfruttamento della risorsa geotermica). L’Italia è uno dei paesi europei dove il TLR è meno sviluppato, servendo circa il 4-5% della popolazione e soddisfacendo circa il 5% della domanda di calore. I dati qui citati sull’Italia, potrebbero essere inferiori ai numeri reali, perché nel frattempo molte città hanno messo a disposizione dei loro abitanti questo tipo di utenza. Il servizio è erogato da società di varia natura: pubbliche private o a capitale misto. Le garanzie sul servizio e sui costi è garantito da linee guida dell’autorità competente GSE (Gestore Servizi Energetici)


L’IMPIANTO DI TELERISCALDAMENTO AL SERVIZIO DELLA CITTÀ DI ALESSANDRIA

L’idea di questo nuovo impianto è nata a seguito di un progetto di EGEA, società leader nazionale del settore. La società Albese già partner in Alessandria Calore presentò un progetto e propose di realizzare questa infrastruttura nel comune di Alessandria con propri capitali. Come contropartita richiedeva di poter gestire il servizio per 60 anni. A seguito dell’analisi del progetto l’amministrazione ha ritenuto positivo dotare la città di un infrastruttura in grado di offrire una ulteriore offerta nel modo di riscaldare gli edifici e che aiutasse a migliorare la qualità dell’aria. Come succede in questi casi, la realizzazione di un servizio di pubblica utilità, con un forte impatto sul territorio, obbliga un’amministrazione pubblica a valutare vari progetti. Il Comune di Alessandria ha così pubblicato un bando pubblico per affidare a un’impresa o concorso d’imprese la gestione del teleriscaldamento. Gli uffici comunali hanno cercato di ridurre i tempi della convenzione, di poter valutare tecnologie alternative e inserire regole anche sui costi di erogazione del servizio per tutelare il consumatore da possibili egemonie di mercato o la modifica di regole nell’erogazione del servizio e i suoi costi. A seguito di questa gara è stato scelto il progetto di EGEA (15 impianti realizzati e gestiti sul territorio) e AMAG, la società multiutility di servizi pubblici del territorio alessandrino. È opportuno dire che IREN altro grande gruppo italiano del settore, ha partecipato alla gara.

Le informazioni sull’impianto sono tratte da una relazione presentata il 12 Settembre 2016 dal gruppo proponente. Qui riassumo alcuni aspetti che ritengo utile a permettere di comprendere a grandi linee il progetto. La durata della Convenzione diventa di 45 anni anziché i 60 anni del progetto iniziale. L’aspetto tecnologico più significativo è che sono previste 2 centrali, anziché solo quella principale prevista a sud nel quartiere Europa del progetto preliminare del 2014. Questa sarà di taglia inferiore e verrà affiancata da una seconda centrale di integrazione e riserva a nord vicino ad Amag Ambiente, attualmente deposito dei cassonetti. Le centrali produrranno calore ed energia elettrica con impianti di cogenerazione, caldaie a gas, solare termico e geotermia. La rete per la distribuzione, sarà ad anello e composta da tubazioni per l’acqua sanitaria e per il calore invernale. Sono inoltre previste sottostazioni di scambio termico e di accumulo. La rete sarà collegata ad entrambe le centrali nell’ottica delle reti di TLR intelligenti (Smart Thermal Grid). Il nuovo progetto offre un considerevole miglioramento dell’impatto ambientale rispetto allo stato attuale. In particolare l’utilizzo delle fonti rinnovabili rispetto alla proposta iniziale, permette la ulteriore riduzione del consumo di gas (-16%) e delle emissioni in atmosfera (-17%). 

Grazie alla disponibilità di due centrali interconnesse tra di loro ci sarà maggiore affidabilità e garanzia di continuità del servizio. L’area nord verrà riqualificata con un parco di circa 3000 mq e il completamento della viabilità nel quartiere. La rete verrà realizzata con tubazioni di diametro inferiore. Se vi fosse stata un’unica centrale si dovevano prevedere tubi più grandi e pose più impattanti sulle strade e il loro conseguente ripristino. Una riduzione dai 10 ai 6 anni dei tempi di realizzazione della rete e il collegamento delle utenze relative, grazie alla possibilità di costruire in contemporanea ma da due punti diametralmente opposti la rete stessa, e di anticipare l’alimentazione delle utenze in zona nord. Al comune di Alessandria verrà corrisposto un canone annuale di 220 mila euro dai 130 mila euro della proposta iniziale. Un altro aspetto interessante è il contributo alla mobilità elettrica. Sono previste colonnine ad uso gratuito delle flotte aziendali AMAG/EGEA e del Comune. Saranno inoltre messe a disposizione al Comune altre 5 colonnine ad uso pubblico in punti strategici della città, nonché 10 bicicletta a pedalata assistita. Amag che ha realizzato e gestisce le reti di acqua, gas e fognature è il partner ideale e indispensabile per la posa della rete di TLR. Durante la posa sono previste anche posa e rinnovo dei sottoservizi esistenti e canallizzazione per l’eventuale posa di fibbre ottiche per porre le basi di un cablaggio di Alessandria. Il progetto prevede oltre al coinvolgimento con le istituzioni ed uffici preposti, il coinvolgimento delle associazioni di categoria, il centro per l’Impiego di Alessandria, le imprese locali e moltissime altre iniziative per informare, coinvolgere e rendere trasparenti tutte le fasi della realizzazione. L’erogazione del servizio, verrà gestito attraverso un eco sportello nell’attuale sportello clienti AMAG che fornirà tutte le indicazioni e indicazioni ai cittadini in materia energetico ambientale. Agli utenti verrà offerto gratuitamente l’audit energetico per gli edifici da allacciare. Nella presentazione sono anche illustrate le norme per l’erogazione dei servizi e le garanzie a tutela dei consumatori, oltre a molti altri dettagli tecnici.


CONSIDERAZIONI FINALI

Ovunque si parli di realizzare un sistema di teleriscaldamento si scatenano reazioni tra i favorevoli e i contrari. I contrari affermano che portano ad una maggiore emissione di inquinanti e a lungo andare un aumento delle tariffe per l’utente finale. Pochi giorni fa il consigliere comunale Cammalleri M5S ha scritto che il TLR porterebbe “aumenti delle bollette del 200% senza che la centrale unica dia vantaggi ambientali”. Sarebbe interessante analizzare la soddisfazione o l’insoddisfazione degli utenti che utilizzano già questo tipo di riscaldamento al Cristo. Confrontare i dati della qualità dell’aria prima e dopo la messa in funzione dell’impianto di Alessandria Calore. Avere questo “impianto pilota” in città ci permette di ragionare su dati oggettivi. La scelta dell’amministrazione implica anche fattori sociali ed economici. Un cambiamento su vasta scala del modo di scaldare le nostre case potrebbe modificare le quote di mercato del settore energetico e dei fornitori di questo tipo di utenza. Nuovi competitor potrebbero erodere fatturato ad aziende presenti e radicate del territorio. Questo rientra nelle logiche del progresso, dell’innovazione e della concorrenza di mercato. Quando si è passati dall’uso del carbone al gasolio e poi dal gasolio al metano, qualcuno si è avvantaggiato altri no. Sicuramente l’ambiente e l’aria delle nostre città è migliorata. La pressione dei portatori di interessi contrapposti è forte quando gli interessi economici in ballo sono importanti e vitali, ed è facile che si usino tutte le tattiche a disposizione per difendere la propria sopravvivenza o le ragioni del cambiamento. Un aspetto su cui l’amministrazione comunale ed EGEA/AMAG puntano e il valore dell’investimento vicino ai 100 milioni di euro. Questa cifra sarebbe una grande immissione di ossigeno nell’economia cittadina. Si avrebbe un’importante ricaduta occupazionale soprattutto nei primi sei anni, durante la realizzazione delle infrastrutture, ma anche dopo per la gestione degli impianti e l’erogazione del servizio. Questa non deve essere la motivazione trainante delle decisioni. La realizzazione del TLR creerà nuova occupazione ma penalizzerà molti addetti del settore con tutte le implicazioni sociali che questa scelta porterà. Cosa dobbiamo aspettarci dai nostri amministratori? Più che mai in questo caso una equa e saggia amministrazione del bene comune. La salvaguardia dell’ambiente è priorità che riguarda tutti noi. Gli interessi personali o di parte politica non possono inficiare queste tematiche. Se il TLR è in grado di diminuire le emissioni inquinanti e offrire servizi efficienti alle attuali tariffe è una strada da percorrere. Se non è così, se le soluzioni tecnologiche scelte non sono valide se ne discuterà e si faranno delle correzioni. Se verrà dimostrato che questa è una scelta sbagliata per la comunità alessandrina con altrettanta chiarezza se ne prenderà atto. La sostenibilità delle città è legata a meccanismi virtuosi che si innescano a catena. Alessandria deve far partire un piano di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico e privato. Nel medio/lungo periodo questi investimenti vengono ampiamente ripagati, ma soprattutto la riduzione di emissioni nocive è molto importante. I dati sulla qualità dell’aria della città impongono di fare partire azioni concrete. Potrebbe il TLR  essere l’interruttore di questo processo?

 

                                                                        Fabio Decorato 

giovedì 6 ottobre 2016

Assemblea Iscritti, analisi e proposte


Domenica 2 ottobre l'assemblea del Partito Democratico di Alessandria ha avuto un ottima partecipazione, ma soprattutto una chiara esposizione di idee e proposte per la nostra comunità, avvalorata dai numerosi interventi. c'è necessità di più partito, organizzazione, un maggiore contatto con iscritti ed elettori  e un'apertura all' esterno, al confronto che rafforzi la nostra credibilità. Il PD di Alessandria, pur in presenza di sedi e attività decentrate lodevolmente mantenute in essere, deve trovare maggiore forza ed incisività ; da qui l'attivazione di diversi impegnativi strumenti "operativi " quali riunioni frequenti dell'assemblea/ coordinamento, segretaria snella e autorevole,iniziative e dibattiti, rapporti attivi con le sezioni, gli amministratori, i forum , la zona e il livello provinciale, apertura costante della sede .
Sui temi prettamente cittadini è emersa con chiarezza il sostegno all' amministrazione e Sindaco in carica , lavorando perché il PD e la coalizione di centrosinistra si riconfermino alla guida del Comune nel 2017. 
Il risanamento economico soprattutto, risolto con l impegno di tutta la città, la riorganizzazione delle partecipate senza compromettere la forza lavoro, la realizzazione di opere e strutture per la città ( oggi la nuova rotonda verso il Cristo ad esempio ) e i suoi collegamenti nonostante le difficoltà economiche , la bonifica e parziale riapertura del teatro, tutte "grane da risolvere " ereditare dalla disastrosa amministrazione di centrodestra,  sono tra i principali meriti 


C'è  la consapevolezza che c'è ancora da fare, importanti i finanziamenti ottenuti per la Cittadella e i lavori in Piazza Santa Maria di Castello,  ma in tema di mobilità e viabilità, centro storico , trasporti ferroviari ( non solo per la Logistica ) e su gomma , riorganizzazione delle strutture, rapporti con le periferie e paesi il lavoro è ancora lungo. 

Importante avere una interlocuzione solida con le importanti attività industriali della zona ( Spinetta ,avendo particolare attenzione agli aspetti ambientali ), con le forze sociali e le categorie produttive.  Sondaggio e Primarie non sono mancate al nostro dibattito, ritenendo utile strumento di valutazione il primo e il pieno rispetto del nostro Statuto per la seconde, che le prevede considerando anche la continuità con il Sindaco uscente .

Riforme Costituzionali , tema di attualità, il PD di Alessandria si riconosce nella linea nazionale, rispetta il dibattito interno, ma  ritiene importante l'approvazione della riforma : a tal fine continuerà ad alimentare il confronto, anche con iniziative, su questo tema.
Questo in sintesi quanto emerso dalla relazione del segretario Daniele Coloris, dall'intervento del Sindaco Rita Rossa, dai vari interventi dei rappresentanti delle zone e degli iscritti , dal segretario uscente e conclusa dal segretario provinciale, in un clima unitario che contraddistingue questa fase , valore fondamentale  e di particolare rilievo. 

domenica 2 ottobre 2016

Opposizione senza argomenti o in crisi? La destra lascia l’aula del consiglio comunale ed evita la discussione politica del DUP. di Silvia Robutti

Venerdì 30 settembre in consiglio comunale è stato presentato il DUP, il Documento Unico di Programmazione 2017-2019. Già approvato dalla Giunta nel mese di luglio il DUP  rappresenta lo strumento che permette la guida strategica ed operativa dell'ente .

Dopo anni in cui l’amministrazione Rossa è stata costretta a ridurre all’osso le spese per governare la fase di dissesto del Comune, un dissesto inevitabile sottolineato anche dal Ministero, oggi la stessa amministrazione è in grado di poter programmare gli investimenti per governare la città.

Di fronte all’operatività concreta dell’amministrazione Rossa, la destra, attuale minoranza, avrebbe dovuto fare opposizione politica, ma preferisce scappare o non presentarsi, tradendo la fiducia dei cittadini che li hanno votati!

Locci assente dall’aula, evita il confronto su temi concreti, in fondo nei giorni scorsi aveva anche dichiarato che il documento in questione non avrebbe dovuto essere presentato in Consiglio Comunale, luogo preposto al confronto politico tra le diverse fazioni e preferisce postare su facebook l’ennesimo video autoreferenziale nel quale si arrampica sugli specchi su argomenti inesistenti. 

Stavolta Locci si presenta in compagnia di una gallina, forse perché nessuno dei suoi sostenitori lo affianca nelle sue battaglie sulla trasparenza, se non concedendogli qualche pollice alzato e qualche commento superficiale, cercando di dimenticare sempre la sua poco rosea esperienza con l’amministrazione Fabbio, a seguito della quale è stato condannato per un danno erariale da 6,7 mln di euro.


Dall’altra parte il gruppo capeggiato da Piercarlo Fabbio che non avendo argomenti per fare opposizione giustifica l’abbandono dell’aula con i tempi troppo ristretti per l’analisi approfondita del DUP, accusando l’amministrazione di non volersi confrontare con le parti politiche. E’ evidente che siamo alle prese con una destra in crisi, che forse non si riconosce più nel programma presentato ai cittadini durante la campagna elettorale del 2012 con il quale si proponevano di amministrare questa città. Una bella “scoppola” l’hanno presa dalla recente conferma di condanna per falso ideologico, per gli aggiustamenti del bilancio 2010. In fondo l’ex-sindaco si è difeso nelle aule giudiziarie dicendo di non possedere adeguate competenze sulla contabilità pubblica essendo un docente di italiano e che pertanto non poteva sapere se il bilancio del Comune fosse giusto o sbagliato. Si può quindi pensare che un documento come il DUP che correda il bilancio di previsione non sia compreso dal capogruppo di Forza Italia e forse è per questo che necessita di più di 2 mesi per analizzarlo e pianificare un’opposizione sensata.

A parte ogni considerazione per trovare una motivazione al comportamento della destra una cosa è certa: gli elettori del centro-destra non sono stati rappresentati, l’opposizione non fa opposizione e la democrazia si evita fuggendo (oppure truccando i dati).  


martedì 20 settembre 2016

La sentenza

Alcuni giorni fa avevamo " polemicamente " risposto ad alcune fantasiose teorie rispetto alla evitabilità del dissesto nel comune di Alessandria , citando puntualmente i fatti avvenuti, il ruolo della Corte dei Conti che ha imposto una scelta drastica, dovuta alla cattiva amministrazione e gestione della cosa pubblica. L' odierna conferma della sentenza   non fa che confermare il difficile percorso  che questa città  e questa maggioranza hanno dovuto affrontare e stanno tutt'ora affrontando.
 Non ci uniamo al coro giustizialista, il Partito Democratico rispetta le sentenze e i ruoli, non ci piacciono i capri espiatori singoli per quello che è successo, ma tutto un sistema politico, quello del centrodestra che ha amministrato  nel periodo 2007/2012 deve  prendersi le responsabilità di quanto avvenuto, dei propri errori


giovedì 8 settembre 2016

La bufala del " dissesto evitabile "

A distanza di quattro anni e ormai in campagna elettorale lanciata , torna la " bufala " del  dissesto evitabile .....non che ci fosse da aspettarsi di meglio...anche se , purtroppo, vediamo anche di peggio, con lettere ai cittadini che sono un' insulto  all'intelligenza e alla correttezza.
Tornando al dissesto vale la pena di ricordare che Il decreto legislativo 149/2011 affidò la facoltà di accertare lo stato di insolvenza alla Corte dei conti :  la stessa Corte ha verificato nel 2012 la sussistenza per Alessandria delle cause previste dall’art. 244 del TUEL per la dichiarazione dello stato di dissesto, " causa il perdurante inadempimento del Comune di Alessandria nell’adozione di misure correttive idonee effettivamente a risanare la propria situazione finanziaria gravemente deficitaria ed in tal modo invertire la tendenza al suo progressivo deterioramento"   e lo ha comunicato al consiglio comunale e al prefetto.  
Se il consiglio non  avesse proceduto a dichiarare il dissesto,  di propria volontà, il prefetto al termine  del periodo perentorio ( e breve ) per espletare l'atto dovuto, avrebbe nominato un commissario ad acta, che avrebbe agito in maniera decisamente più drastica, soprattutto in termini di occupazione, di quanto non sia poi avvenuto.
Questi sono i fatti, punto e basta, il resto sono chiacchiere senza fondamento 
Parlare quindi di " dissesto evitabile " nel giugno 2012 è assolutamente sbagliato, semmai vanno rimarcate le numerose "anomalie" contabili  dal 2008 al 2011,   sotto la gestione del centrodestra , il forte disavanzo, i debiti fuori bilancio, lo sforamento per due anni del patto di stabilità, i debiti verso le partecipate, ecc. ecc... insomma tutto quello che ha obbligato la corte dei conti e il consiglio comunale a questa drastica decisione : tutto questo era "evitabile" semmai prima , nei cinque anni appunto  di amministrazione del centrodestra, con una gestione delle finanze pubbliche corretta.


Quello che è successo da allora è noto: i sacrifici per tutti , gli aumenti  di tariffe, i fornitori in crisi per  i parziali o ritardati pagamenti , le carenze nei servizi e nella manutenzione ordinaria per mancanza di risorse,l'impossibilità a lungo di investimenti e prospettive, il blocco delle assunzioni e così via....ma anche il salvataggio di aziende pubbliche in forte crisi , il mantenimento dei posti di lavoro, i bilanci che tornano nel loro doveroso equilibrio, il rientro nel patto di stabilità  e una politica che torna ad essere servizio per una città che finalmente, pur con tutti i limiti e anche qualche errore, sta vedendo la fine del tunnel.

Daniele Coloris, segretario PD Alessandria 



                 
                                                                                


sabato 3 settembre 2016

Bando Periferie - precisazioni

La Giunta Comunale sta organizzando una presentazione pubblica del progetto per il Bando Periferie su Marengo che servirà a chiarire anche i contenuti su cui qualcuno sta facendo un po' di confusione. Comunicheremo a breve la data e il luogo. Mentre la documentazione inviata per il bando verrà pubblicata sul sito del Comune.


Nel frattempo solo qualche precisazione sul metodo:

1) non è vero che non ci sia stata condivisione nel lavoro di redazione del progetto; sono stati coinvolti soggetti come Cissaca, Arpa, Comitato Genitori Spinetta Marengo, Lab121 che hanno fornito contributi sui rispettivi ambiti di competenza

2) il Comune di Alessandria ha preparato un progetto e lo ha inviato alla Presidenza del Consiglio, esattamente come tutti gli altri comuni. Qualcuno lo ha già presentato pubblicamente, noi come altri lo faremo a giorni

3) frazionare gli interventi su tutte le periferie voleva dire solo fare una po' di interventi a pioggia senza nessun progetto che li legasse. Una cosa che - a nostro avviso - avrebbe indebolito la proposta e messo a rischio la sua approvazione. Abbiamo scelto di concentrare l'intervento su Spinetta anche per le ricadute che avrebbe avuto su tutta l'area della Fraschetta.

Mauro Cattaneo, Assessore Comune di Alessandria 

Agosto, il PD incontra i cittadini

Un grazie alla redazione di Città Futura e a Giancarlo Borelli


lunedì 29 agosto 2016

Intervista di Ettore Grassano al segretario cittadino del PD

Coloris: “Primarie e sondaggio? Deciderà l’assemblea cittadina del PD. Al ballottaggio meglio col centrodestra”

29 agosto 2016

Coloris nuovaPrimarie e sondaggio sì, no, forse. Per cercare di dirimere gli amletici dubbi che sembrano attanagliare la classe dirigente del PD di Alessandria in vista delle elezioni comunali del 2017, abbiamo incontrato Daniele Colorissegretario cittadino del partito da neanche un mese, dopo il ‘raid’ di luglio con cui fu ‘defenestrato’ il suo predecessore Massimo Brina (“ma da settembre, ricaricate le batterie, si torna a fare politica”)

Alla base della ‘rimozione’ di Brina ci fu l’accusa, da parte dell’ala ‘rossiana’ del partito, di un non sufficiente sostegno del PD cittadino alle scelte dell’amministrazione di Palazzo Rosso.Latitanza magari no, ma scarso coinvolgimento, e soprattutto mal celate ambizioni di Brina stessa alla ‘successione’ della sindaca. Per questo la gestione Coloris (uomo di mediazione, renziano convinto ma anche rossiano ‘critico’ o comunque non pasdaran, oltre che consigliere comunale ed esperto di trasporti) assume un significato interessante, soprattutto in prospettiva elezioni. “Anche se prima ci attende l’appuntamento del referendum di novembre, su cui mi auguro il partito possa ancora trovare, a livello nazionale come locale, una forte convergenza, pur nella discussione e mediazione fra le parti”. Insomma, Coloris è ferroviere di mestiere, ma anche ‘pompiere’ e mediatore per carattere e vocazione: basterà per ricomporre un partito alessandrino, più che a pezzi, un po’ sfiduciato e poco incline alla partecipazione?

 

Segretario Coloris, mettiamo subito i piedi nel ‘piatto elettorale’: nel Rossa Rita 222017 ricandiderete Rita Rossa per acclamazione, o organizzete le primarie?
Al di là delle chiacchiere, ci atterremo alle regole del nostro Statuto, che contempla diverse possibilità. Il sindaco Rossa si è già dichiarata disponibile a ricandidarsi, e ad accettare le decisioni del partito riguardo ad eventuali precedenti verifiche, primarie comprese. A decidere se e quando farle sarà solo e soltanto la nostra assemblea cittadina, che ha attualmente 47 membri. Prima però, intorno al 20 settembre, abbiamo intenzione di indire un grande incontro pubblico, un confronto speriamo fra tutti i 320 iscritti alessandrini (molti dei quali ‘in sonno’, ndr), e speriamo con la partecipazione anche di sindacati, corpi intermedi, e soprattutto cittadini. Un modo per confrontarci davvero, su tanti temi che si chiamano sanità, trasporti, sicurezza, lavoro. Nel frattempo sarà definita anche la segreteria cittadina, costituita da 6 o 7 persone, che mi affiancherà nella gestione delle attività, anche con focus tematici proprio sulle aree che ho citato.

Ma Daniele Coloris le primarie le farebbe o no?
Personalmente sì, le farei. E mi piacerebbe fossero di coalizione, non solo di partito. Con candidati e proposte vere, ma soprattutto un patto: comunque finisca, si procede poi tutti uniti, come un’unica squadra. E chi perde le primarie si candida come consigliere comunale, magari capolista.

Brina-Massimo_okUn ramoscello d’ulivo a Massimo Brina? Nel 2012 le primarie del PD ce le ricordiamo: l’antagonista vero di Rita Rossa, Corrado Parise, che se ne va qualche settimana prima, sbattendo la porta, e rimane un confronto a due in cui Mauro Buzzi sembrò bere l’amaro calice dello sparring partner sacrificale, perché comunque il ring era pronto, e qualcuno doveva esibirsi…
Ricordo anch’io: Parise come segretario cittadino ebbe intuizioni importanti, poi secondo me sbagliò ad andarsene, rifiutando le primarie. Le prossime, lo ripeto, le vorrei allargate certamente ad alleati come Sel, Moderati, Alessandria al Centro, repubblicani. Più complicato forse coinvolgere altri pezzi di area laico-socialista (Coloris fa riferimento alla galassia Comunisti Italiani, Rifondazione, Psi: tutti coloro che sembrano in questi mesi muoversi verso un progetto alternativo al Pd insomma, anche con tratti di ‘trasversalità’, ndr), ma qualche incontro proveremo a farlo.

Farete anche il famoso sondaggio sul gradimento dell’operato dell’attuale sindaco e giunta? Qualcuno sostiene che una rilevazione elettorale l’abbiate già fatta nei mesi scorsi…
Assolutamente falso: l’ultimo sondaggio alessandrino fu quello commissionato ad SWG nel 2011. Non è che questi strumenti siano inutili, sia chiaro: è che costano tanto, e il partito a livello locale fa già i salti mortali per sostenersi, con autofinanziamenti. Però anche qui sono favorevole, purchè realizzato in maniera professionale, e impostato come verifica del grado di soddisfazione degli alessandrini: cosa hanno apprezzato del nostro impegno di questi anni, e dove dobbiamo migliorare. C’è un’ipotesi (proprio per l’aspetto costi) legata al partito regionale, che potrebbe cofinanziare sondaggi su Alessandria, Cuneo e Asti: ossia nei capoluoghi di provincia dove si vota. Vedremo; prima di tutto però c’è un traguardo più prossimo, che è il referendum di novembre…

Anche lì arriverete in ordine sparso, o ci sono spazi per una posizione Boschi piazza duomounitaria?
Se per ordine sparso intendiamo che nel PD si discute, e c’è sempre qualcuno che la pensa diversamente dagli altri, dico che questo è un valore democratico, e dobbiamo preservarlo. La questione naturalmente è nazionale, per cui mi auguro e mi pare che ci siano ancora spazi per un’intesa nel merito, a partire dall’elettività dei senatori per intenderci. Comunque, pur essendo personalmente assolutamente con Renzi e pro riforme, credo che la porta del partito debba sempre essere aperta anche a chi ha posizioni diverse.

Coloris festa unitàA proposito di attività di partito: nuova sede, qui in via Inviziati dove stiamo chiacchierando. E anche una nuova stagione di Festival dell’Unità: pieni di gente pare. Non eravate in crisi?
Questa sede, inaugurata da poco, è al pian terreno, accessibile ai disabili e con una serie di spazi e risorse che cercheremo di utilizzare. E’ la sede provinciale, in realtà, ma ci stiamo organizzando per utilizzarla anche comunale. Fermo restando che rimangono le sedi storiche al Cristo, in Pista, in via Montegrappa e in Fraschetta, a San Giuliano Vecchio. Uno dei miei obiettivi quasi immediati tra l’altro è ravvivarle, esserci, incontrare iscritti e militanti: quello della partecipazione è un tema non facile da risolvere, su 320 iscritti so bene che ad essere davvero attivi siamo al massimo un centinaio: ci stiamo lavorando. I Festival dell’Unità sono stati ridotti di numero, era necessario. A Fubine però, ad esempio, c’è stata anche quest’anno una fiumana di persone, altro che crisi: e c’erano anche tanti 30/40 enni. Certo, se proponi il dibattito lungo e un po’ noioso, la gente se ne va, ma questo è un indice dei tempi: il dibattito si fa altrove, a partire dai social. E’ andata molto bene anche la festa del Cristo.

 
Torniamo al livello di soddisfazione degli alessandrini, segretarioComune Alessandria basso altoColoris: siamo ormai agli sgoccioli di mandato, lei è anche consigliere comunale. Ritiene che gli alessandrini, a partire dagli elettori che vi hanno sostenuti nel 2012, siano contenti o si aspettassero altro e di più? Sia sincero però….
In Alessandria ci vivo da sempre, la conosco, la giro. So che aria tira insomma, e del resto il clima di incertezza e di preoccupazione generale che c’è in Italia e non solo non aiuta chi ha responsabilità di governo, ad ogni livello. Però credo che gli alessandrini che si informano e documentano, senza paraocchi ideologici, si rendano conto dell’ottimo lavoro svolto da questa maggioranza sul fronte del risanamento dell’ente, del rilancio del sistema partecipate (ancora tutto da sviluppare ovviamente, dai rifiuti ai trasporti) e della salvaguardia dei posti di lavoro. Non dimentichiamo che, ad inizio mandato, si era parlato di 400 esuberi nella galassia comunale, e invece si è riusciti a risanare senza lasciare per strada nessuno.

Coloris biciclettePerò paghiamo ‘un botto’, per servizi davvero modesti. Alessandria è oggettivamente brutta, vecchia, senza uno slancio verso il futuro. Anche qui nessuna autocritica?
Credo che il rilancio vero della città, già cominciato, si vedrà pienamente nei prossimi anni, che spero coincidano con il nostro secondo mandato. Sono stati creati tutti i presupposti perché Alessandria possa ripartire, anche se ovviamente occorre ora passare alla fase successiva: non più solo contabile, ma operativa. Penso ai trasporti, comparto di cui mi occupo personalmente da sempre. Ne abbiamo già parlato diverse volte anche su CorriereAl, della necessità di innovazione: città il ‘sistema’ delle linee di trasporto è ancora quello dell’Alessandria industriale e operaia degli anni Settanta, ma il mondo nel frattempo è cambiato. Così come la sicurezza è un altro asset a cui occorre dedicare maggior attenzione: non chiamando l’esercito, ma facendo in modo che vigili e forze dell’ordine possano lavorare meglio, e con maggior coordinamento.

Una previsione finale Coloris, ma anche qui sia sincero: meglio un Urne deserteballottaggio con il centro destra, o con i grillini?
Basta guardare a come sono andate un po’ ovunque le elezioni amministrative di qualche mese fa: meglio col centrodestra, certamente. Ma meglio ancora non pensare in quest’ottica, ma a giocare la nostra partita fino in fondo, dando il massimo, e ascoltando in maniera costante le esigenze dei cittadini di Alessandria. Poi, nell’urna, saranno loro a decidere, come è giusto che sia in democrazia.

Ettore Grassano

martedì 23 agosto 2016

AMAG mobilità, Punto e a capo ( di Angelo Marinoni )

I momenti di difficoltà e di crisi possono evolvere da problema da risolvere a occasione per ricominciare nel modo giusto facendo tesoro delle esperienze negative, analizzando le scelte rivelatesi sbagliate e non solo trovando un percorso corretto, ma anche le risposte alle domande e alle problematiche che potrebbero sorgere in futuro.

Credo che la vicenda ATM, ora Amag Moblitità, possa essere considerata una di queste esperienze e dia non solo alla città di Alessandria, ma a tutta l’area metropolitana che insiste sul capoluogo come Valenza, l’occasione per ridisegnare positivamente il proprio futuro facendo leva sulla riqualificazione del sistema trasporti, razionalizzando l’uso delle risorse non in un taglio orizzontale, ma in un progetto di ampio respiro e lungo periodo.

Questo è un paese dove i progetti di lungo periodo sono considerati da buona parte dei decisori e buona parte dei falsamente esperti di settore “il libro dei sogni”, per cui se scrivessi che potrebbe esserci l’occasione per cercare in Europa i finanziamenti per la realizzazione di una rete essenziale a guida vincolata in città, filoviaria o tranviaria, susciterei molta ilarità. La possibilità c’è, ma per la totale assenza di presa che un’ipotesi come questa, oltremodo razionale se fossimo un paese civile, avrebbe nei decisori della cosa pubblica (politici e economici) mi limito a fare il punto sulla vicenda ATM sulla base di una prospettiva di breve periodo, visto anche il poco tempo prima della tornata elettorale che ha l’Amministrazione.

A questo proposito è opportuno rimarcare che addossare la responsabilità dell’epilogo ATM a questa amministrazione è pura malafede, sicuramente quest’ultima non è scevra da critiche su impostazioni migliorabili del servizio, ma il sopracitato epilogo era, come peraltro ho recentemente scritto su queste pagine, l’unico possibile ed è dovuto alle scelte politiche e parzialmente aziendali realizzate in un periodo di vent’anni.

Ci sono due percorsi che vanno assolutamente evitati:  un tentativo di ripristinare lo status quo ante collasso e una soluzione tampone che salvi il servizio sociale e il livello occupazionale nei numeri e non nel servizio erogato.

Chiaramente l’ultima ATM ha un’offerta inadeguata e nemmeno garantita e anche le versioni precedenti dell’offerta erano comunque lontane dall’accettabilità ad un costo eccessivo e non comprensibile, senza considerare che la gestione separata delle relazioni urbane, interurbane e regionali ha portato a costose e inutili sovrapposizioni invece che a proficue sinergie.

Uno degli esempi più eclatanti lo abbiamo fuori dal capoluogo: nell’annullamento progressivo del servizio urbano di Valenza con il mantenimento dell’autolinea parallela alla ferrovia invece di una  promozione di corse frequenti Valenza città – Valenza FS, dalla quale partono per Alessandria ben 43 corse ferroviarie nei giorni feriali e corse ogni ora per Casale Monferrato e Pavia.

Un altro esempio lo abbiamo nel servizio “eccobus” che porta via risorse per un impianto urbano con frequenza adeguata per un servizio su domanda sulle frazioni che potrebbe essere assolto a costo zero dal sistema ferroviario e dagli autoservizi provinciali al costo di una integrazione tariffaria tanto ovvia quanto irrealizzata in Piemonte.

Non ultima la frazione Cantalupo servita dalla ferrovia, una volta da due linee, dove i treni non fermano pur passando per una stazione interna all’abitato, da molte linee del servizio provinciale e dal servizio urbano che potrebbe essere sostituito dai servizi ferroviari e provinciali anche qui al solo costo dell’integrazione tariffaria, dirottando le risorse dei prolungamenti della linea 2 nei servizi urbani.

Ho fatto più volte riferimento alla necessità di una idea di città e al coraggio di portarla avanti, sicuramente un progetto di lungo periodo è più difficile da portare avanti da una amministrazione molto avanti nel suo percorso e vicino alla prova elettorale, specie se quella amministrazione ha dovuto gestire il dissesto e le sue conseguenze oltre al fallimento di AMIU. Le risposte date dal punto di vista contabile dall’amministrazione ai problemi contingenti sono state efficienti e l’uscita dal buio del dissesto e la nascita di AMAG ambiente con una ottima gestione del piano occupazionale rivelano come alcuni giudizi profondamente negativi sulla Giunta siano ingenerosi.

Banalmente si potrebbe tagliare corto dicendo che l’entità dei problemi del breve periodo fosse tale da non lasciar fiato a qualunque progetto di lungo periodo, ma ora che il fiato è stato guadagnato (e non è il successo scontato che buona parte dell’opinione pubblica pensa che sia) un dramma cittadino, come il fallimento della azienda di trasporto urbano a maggioranza comunale, potrebbe diventare occasione per quei progetti di lungo periodo che proprio l’imminenza della tornata elettorale e l’importanza del tema nella prospettiva urbana rendono possibili.

A questo punto si fa prioritario ricominciare da zero, facendo tabula rasa del passato e, considerando i debiti che comunque andranno pagati, ripensare una politica dei trasporti con al centro il trasporto pubblico sfruttando le numerose sinergie possibili con il sistema provinciale e ferroviario, un tassello realizzabile semplicemente con l’informazione e l’integrazione tariffaria.

Spesso in questi anni cosi’ difficili per tutte le pubbliche amministrazioni a vari livelli impegnate si sente parlare di carenza di fondi, di impossibilità di investire e di taglio degli sprechi.

Sotto la generica e sgradevole espressione “taglio degli sprechi” spesso si cela un taglio orizzontale acritico che amplifica la dispersione di risorse e l’inefficacia di quanto si deve razionalizzare, altro termine che nella politica de facto significa taglio e che è, invece, ragionare su un impiego corretto delle risorse.

Le risorse umane di AMAG Moblitità , come il suo patrimonio di storia e competenze, potranno sicuramente trovare adeguata ed efficace collocazione in una realtà completamente nuova che faccia di Alessandria un exemplum sequendum di mobilità sostenibile.

ANGELO MARINONI

giovedì 18 agosto 2016

Bilancio Comune di Alessandria Precisazioni

In risposta alle dichiarazioni del consigliere Locci 

Sui bilanci del Comune di Alessandria il consigliere Locci di "Fratelli d'Italia" va sul "tecnico". Scusandomi in anticipo per la prolissità, inevitabile dato il tema, cerco di rispondere in modo puntuale:

– Si esordisce con un vero e proprio “must” nel suo genere: “il Comune di Alessandria al 31/12/’11 non era in uno stato di dissesto finanziario”. Il dissesto finanziario del Comune è stato dichiarato dalla TERZA deliberazione della Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti del Piemonte nel giugno ’12, pochi giorni dopo l’insediamento di Rita Rossa sindaco, e recepito con deliberazione dal neo-eletto Consiglio comunale conseguente alla comunicazione del Prefetto di Alessandria che notificava l’ordine di procedere in tal senso, pena la nomina di un commissario “ad acta” che deliberasse il dissesto in vece del Consiglio comunale e successivo commissariamento dell’ente. Faccio peraltro notare che la sera in cui il Consiglio deliberò nessun consigliere comunale, nemmeno dell’opposizione di destra, espresse voto contrario. Se Locci riteneva il dissesto in qualche modo evitabile, avrebbe potuto prendere la parola e spiegarci come procedere.

Giova a tal proposito ricordare come le due precedenti deliberazioni della magistratura contabile posero in evidenza irregolarità contabili nel conto consuntivo ’10 e nel bilancio previsionale ’11, poi riapprovati in tutta fretta a dicembre ’11. La terza deliberazione, conseguente alle prime due, sottolineò la presenza di un disequilibrio strutturale (i 190 milioni di debito al 31/12/’11 riconosciuto sussistente dall’OSL sono lì a dimostrarlo…) e l’inadeguatezza dei correttivi fino a quel momento adottati.

Locci e gli altri dovrebbero peraltro sciogliere un’evidente contraddizione nelle loro posizioni. Si sostiene nell’articolo che oggi corriamo il rischio di un secondo dissesto: ma se i conti nel ’12 erano in ordine come si asserisce come sarebbe possibile oggi, dopo 4 anni di azione amministrativa costantemente monitorata da MEF, Ministero degli Interni, Corte dei Conti, essere in tali e tante difficoltà? Domanda ovviamente retorica, essendo false tanto la premessa quanto la conclusione.

-I numeri della massa attiva e passiva indicati da Locci sono sostanzialmente corretti, ma occorre fare alcune precisazioni. I contributi concessi ex art. 3 bis DL n 174/2012 SONO GIà STATI RESTITUITI in tre tranche, come registrato a consuntivo del ’13, ’14 e ’15 (basta leggere i bilanci). La restituzione dell’anticipazione non utilizzata da OSL, concessa ex art. 33 DL 66/2014, costituita dai famosi 52 milioni non ha conseguenze sugli equilibri di bilancio se non per il fatto che estinguendo in anticipo il debito rediduo si ridurrebbe l’indebitamento dell’ente e abbasserebbero gli oneri per interessi.
Si asserisce a riguardo che l’Amministrazione “continui a dire, o a non smentire che è anche peggio, che dovranno essere restituiti 40 milioni di Euro allo Stato”. Personalmente sento quest’affermazione per la prima volta e sfido il consigliere Locci a produrre un’evidenza di tale affermazione. Trattandosi di insinuazione completamente priva di fondamento viene meno anche la conseguente ipotesi, secondo la quale si vorrebbe ridurre di 40 milioni il debito per contrarne un altro finalizzato ad investimenti “pre-elettorali”. Peraltro, il calcolo dell’esatto ammontare della parte di anticipazione inutilizzata lo farà il Comune, ma lo farà anche il MEF che tale somma dovrà riscuotere. L’illazione di Locci fa torto al suo grado di preparazione giuridica e finanziaria.

– 14 + 12 = 26. Per arrivare a 30 ne mancano 4. Il debito ammesso e non transatto dall’OSL, sommato al debito non ammesso e oggetto di vertenze, ammonta a circa 30 milioni. L’OSL ne ha accantonati 14, l’Amministrazione altri 12 dall’avanzo dei due bilanci precedenti (perchè da due anni i bilanci chiudono in pareggio od avanzo grazie all’opera di risanamento). Per arrivare a 30 occorrono ancora 4 milioni, ma necessitano due precisazioni: 1) dei 30 milioni 2 afferiscono a vertenze contro OSL per non aver ammesso la sussistenza del titolo giuridico su cui i relativi creditori fondano pretesa, difficile pensare che la totalità di questi prevalga in giudizio; 2) non esiste automatismo per cui gli altri 28 milioni afferenti a debito non transatto siano escussi al 100%. Nella peggiore delle ipotesi occorrerà dunque reperire 4 milioni. Che questi possano diventare 17 per effetto degli interessi appare un’altra valutazione del tutto infondata, sono proprio curioso di sapere come sia stato effettuato un simile calcolo! Il range di variazione appare troppo elevato.

– “L’atteggiamento giusto sarebbe quello di attivarsi efficacemente per il recupero dei residui attivi non ancora incassati”. Giustissimo, siamo tutti d’accordo e si sta lavorando in tal senso. Ottimo a riguardo il dibattito sul tema in sede di commissione bilancio, con utili proposte da parte (tra gli altri) dell’ex sindaco Fabbio. Tanto Locci quanto Fabbio però conoscono le difficoltà a riguardo, visto che provarono a migliorare la riscossione attraverso la società ALTRI. Ereditammo questa società a tre anni dalla nascita, senza che fosse ancora partita e con debiti per circa 200.000 euro.

– “Parallelamente è essenziale percorrere la strada di una richiesta al Ministero di trattenere in via cautelativa l’intera anticipazione residuale”. Vero, già fatto.

– Sui trasferimenti di gestione vincolata, ossia soldi dati da Stato, Regione, Provincia Amiu sedeper servizi pubblici utilizzati ad altro scopo devo fare uno sforzo per non rischiare la querela. Encomiabile il coraggio di Locci. La passata amministrazione non ha girato la TIA ad Amiu e Aral per molto tempo. AMIU è fallita. Questa amministrazione, vado a memoria, ha ricostituito i fondi per PISU e ponte Meier nel corso del ’12 e ’13 per circa 6 milioni, così come i fondi regionali ’08/’11 per il TPL, pagati ad ATM per oltre 19 milioni. Non mi risulta ci sia niente da restituire alla Regione.

– Circa “l’approssimazione con cui agiscono (basti pensare al disorientamento sulle azioni da fare per individuare i responsabili dei debiti esclusi) …”. La conferenza dei capigruppo ha appena votato il piano di lavoro per giungere nei tempi previsti dalla normativa all’individuazione dei responsabili dei debiti non ammessi da OSL, all’unanimità (quindi col voto favorevole anche del capogruppo del consigliere Locci, mettetevi un po’ d’accordo tra di voi…).

– l’attuale amministrazione sarebbe “impegnata solo a portare avanti progetti e percorsi il cui interesse pubblico è oscuro mentre a pensare male si possono ipotizzare interessi diversi”. Locci faccia i nomi.

Scusandomi per la lunghezza della risposta concludo con la massima comprensione per gli esponenti del centro-destra, per la cui partecipazione alle prossime elezioni far dimenticare i disastri del passato è precondizione indispensabile. La città merita tuttavia di andare oltre, di pensare al futuro e non al passato. Senza nascondere le insidie e il peso derivanti dall’enorme debito pregresso i bilanci risanati, il rientro nel Patto di Stabilità, la liquidazione della maggior parte dell’enorme massa passiva consentono alla politica alessandrina di potersi nuovamente confrontare sul futuro della comunità. Questa è la sfida che lanciamo agli Alessandrini. A tutti, Locci compreso.

Fabio Camillo, capogruppo PD in consiglio comunale Alessandria 

giovedì 11 agosto 2016

PISTE CICLABILI, LE VOGLIAMO E FATTE BENE


Le ultime polemiche sulle piste ciclabili in Alessandria denotano che, se la situazione storica in questo settore è difficile e problematica  c'è chi si sta adoperando per migliorare le cose e chi, più che altro per mere e illusorie  convenienze elettorali frena su qualsiasi progetto : di fatto è evidente la posizione contraria del M5s ad ogni intervento, sperando in un futuro migliore ( il loro ), ma allo stato attuale contraria allo sviluppo delle piste ciclabili .
Abbiamo ben in mente la situazione attuale non buona, gli errori commessi in merito, anche recenti, li abbiamo denunciati e affrontati più volte , ma le situazioni migliorative, che pur in tempi grami di bilancio, si sono o si stanno preparando sono comunque interessanti ; ci riferiamo a quella realizzata in Corso Monferrato, che unisce due zone distinte della città , alle prossime realizzazioni in via XX Settembre e Viale Brigata Ravenna : su questo ultimo punto  con la rotonda  che sta dando , pur in costruzione , ottimi risultati la pista ciclabile , pur tra difficoltà strutturali evidenti ( ma anche qui se aspettiamo un nuovo ponte sulla ferrovia non la faremo mai ) rappresenta un punto fondamentale per il collegamento con il quartiere Cristo atteso da decenni . 
Siamo ben consci della necessità di interventi importanti e numerosi : in via Pavia è necessario un prolungamento, la situazione dei collegamenti sugli spalti tra le varie piste non va bene, in centro va incentivato l'uso delle biciclette e urgentemente ne  va realizzato il deposito custodito nella stazione ferroviaria , andare a Spinetta è un problema  i principali nodi ma non solo. 
 Come Partito Democratico siamo per costruire e affrontare i problemi, non per rifiutarli. 

PARTITO DEMOCRATICO ALESSANDRIA


venerdì 5 agosto 2016

Con il ministro Maria Elena Boschi la piazza, anche d'agosto, siinteressa alla riforme




Un azzardo ben riuscito quello di confrontarsi nelle famose piazze per spiegare le ragioni e i passaggi della riforma costituzionale : un azzardo non solo per il periodo estivo e la complessità del tema, ma anche per una città, Alessandria, che in tema di incontri politici e non solo ha riservato spesso cocenti delusioni ai partecipanti, con piazze e piazzette semivuote.

Piazza Giovanni XXIII, invece, splendida nella versione serale, con la cornice del Duomo e completamente "pedonalizzata", piena di gente interessata ai temi del prossimo referendum è motivo di soddisfazione e in qualche misura stimolo per prossime iniziative pubbliche aperte e significative.

Più di quattrocento persone presenti ( 150 i posti a sedere  e il doppio in piedi )  , clima tranquillo, pubblico attento ad ascoltare e a saperne di più su una Riforma che può migliorare la vita politica , ridurne i costi ed eliminare inefficienze e contraddizioni da troppi anni irrisolte. 
Anche chi è venuto ad ascoltare avendo dei dubbi, e magari li ha ancora, lo ha fatto interessato al merito e non alla polemica spicciola.

Su tutti il ministro Maria Elena Boschi, semplice ed efficace, ha illustrato sapientemente i passaggi e l'importanza di questa riforma, preceduta dagli interventi del senatore  Daniele Borioli, del Sindaco Rita Rossa e del segretario Fabio Scarsi. Presenti, tra gli altri,  parlamentari Federico Fornaro, Cristina Bargero, Fabio Lavagno, il consigliere regionale Domenico Ravetti e il segretario cittadino Daniele Coloris.
Al termine Maria Elena Boschi si è concessa un   "bagno di folla", con gentilezza e semplicità , tra i numerosi intervenuti, piacevolmente sorpresi e interessati . Tornare al contatto diretto con le persone, come si fà ad esempio nelle feste de l Unità , è una lezione da (re) imparare. 

Partito Democratico Provincia e Città di Alessandria 

venerdì 25 marzo 2016

"Nodo di Casale", un'altro pezzo di ferrovia in declino

Si è svolto recentemente un convegno a Casale sulla perdita di ruolo e possibile recupero del trasporto ferroviario in quel territorio, tema affrontato anche dal PD provinciale, che di recente ha prodotto un documento che  fa un chiaro riferimento alla perdita di ruolo del capoluogo e della provincia in tema di trasporti ferroviari, sia merci che passeggeri con  alcune richieste operative di rilancio, per ora solo parzialmente ascoltate da TRENORD nei collegamenti verso Milano: una ordine del giorno con quei ragionamenti e quelle richieste, proposto assieme a SEL è stato votato nel Dicembre 2015 dal consiglio comunale di Alessandria 
La presentazione di quel convegno parla di Nodo di Casale, condivido, è un modo per rafforzare l'idea , ma di fatto , purtroppo , Casale è una stazione singola su una linea singola, meno di Valenza da un punto di vista della circolazione ; tutto il resto è da recuperare, scalo compreso ormai abbandonato .
Vi sono a mio avviso alcuni ragionamenti da fare, su cosa è recuperabile e magari da incrementare, è quello che onestamente è di difficile realizzazione : fa bene l'esperto a mettere in evidenza il rapporto con la Lombardia e quindi a puntare molto sulla riapertura del tratto su Mortara, trattasi di linea in pianura , con meno problemi infrastrutturali ad essere riaperta, a parte il discorso sui passaggi a livello, molto frequenti, e causa di difficoltà alla circolazione ferroviaria e stradale. 
Nel 2014 ho partecipato ad un convegno a Roma, organizzato tra gli altri dal Senatore Borioli,  sulle linee dismesse e in sospensione : su queste ultime, e cioè quelle che in teoria sono riapribili, se le Regioni ci fanno circolare i treni, Rfi ha chiaramente detto che i tempi di attivazione non sono certo immediati , come pure i costi che e con l' andare del tempo il deterioramento delle infrastrutture inutilizzate aumenta e non di poco.
Proprio per questo la linea Casale Asti, collinosa e soprattutto con la presenza di galleria da mettere " a norma " è tra quelle meno recuperabili, a meno di improbabili  , quantunque auspicabili , cambi di rotta sulle strategie delle linee locali : lo stesso ottimo autore lo mette in evidenza, lanciando la suggestiva possibilità di un servizio navetta fino a Moncalvo, prospettiva interessante, turistica sul tipo della riapertura della Ceva Ormea, ma poco realizzabile se la Regione non sposta l'attenzione su queste zone . Sempre sulla Casale Asti cerchiamo però di capirci, non si può auspicare una riapertura quando altri amministratori, sempre degli stessi comuni e nello stesso periodo fanno convegni sulla chiusura definitiva della medesima, sostituita da una pista ciclabile per appassionati della domenica, spacciando per ecologico la morte definita di una linea ferroviaria. 
La riapertura del tratto Casale Vercelli è sicuramente più abbordabile, e credo da un punto di vista della utilizzazione molto interessante, non vedrei peraltro utile la sostituzione del servizio da Alessandria ( molto usato ) su Chivasso con quella su Vercelli, ma opterei per entrambi, trovando una sinergia e razionalizzazione sugli orari.
In ogni caso e per capire come siamo messi la linea Alessandria Ovada, utilizzata per il traffico merci e che quindi potrebbe essere riaperta anche oggi ai treni viaggiatori e senza costi, è in perenne servizio sostitutivo, con corriere stradali, meno veloci e poco adeguate per le coincidenze.
Più complicato e da valutare il discorso che in qualche maniera riguarda le linee ferroviarie sub urbane piemontesi, il ragionamento va alla divisione in lotti previsto ( ma quando ? ), sulla quale abbiamo già espresso qualche riserva per la marginalizzazione dell'alessandrino ; restare agganciati a tutti i costi ad un sistema "torinocentrico" potrebbe risultare poco utile.
Della maggiore attenzione di Trenord ho già detto, anzi scritto positivamente, solo le cifre dell' utilizzo  binari di Alessandria ( 12 o 14 con i tronchi ) non sono quelle citate, valutando in circa il 20 % la presenza, ripeto importante,  del vettore lombardo.
Interessante il paragone Casale Mortara, ma eviterei in futuro considerazioni di campanili ( in questo caso anche interregionali ), che in tema di trasporti hanno portato in passato solo a difficoltà e sconfitte. Da questa situazione ne usciamo, se ne usciamo, tutti insieme, utilizzando al meglio le nostre forze e possibilità. 

Daniele Coloris, resp.trasporti vicesegretario PD provinciale AL