venerdì 7 aprile 2017

Investimenti su teleriscaldamento, biogas, led, colonne per la ricarica di auto elettriche e solare termico. Giorgio Abonante Assessore alle partecipate Alessandria

Il tema energetico costituisce, senza alcun dubbio, un argomento di importanza assoluta, sia a livello globale che locale. Il progetto relativo al teleriscaldamento rappresenta sicuramente il capitolo più importante, in tema energetico, dei nostri 5 anni di amministrazione. E’ sempre più diffusa la teoria secondo la quale il modello energetico prevalente nel secolo scorso non sia più attuale, sia dal punto di vista economico che da quello ecologico. Il dibattito è aperto ma non si possono negare alcune evidenze che rafforzano questa tesi.

Le grandi centrali per la produzione di energia, che sfruttino esse combustibili fossili o nucleari, alimentando intrinsecamente un monopolio totale delle grandi multinazionali del settore, incarnano un concetto sorpassato. I plant che producono Gigawatt (spesso inutilizzati) sono sempre meno adatti alle necessità del  modello energetico attuale, sia per la scarsa flessibilità della proposta che per la politica commerciale che ne scaturisce.

In virtù di ciò, trovando un interlocutore con competenze tecniche di alto livello e adeguate capacità finanziarie proporre un impianto di generazione (anzi, cogenerazione) di medie dimensioni abbiamo, seppur dopo un’attenta riflessione, ritenuto che questo potesse essere il primo mattone sul quale costruire una ridefinizione della struttura energetica cittadina. Ovviamente stiamo parlando del progetto proposto da Egea la cui centrale principale, prevista nel quartiere Pista, avrà una potenza termica pari a 96 Mw.

Il fatto di poter, tramite Amag, entrare nella composizione sociale della nuova azienda avendo funzione di controllo dei livelli di servizio e delle tariffe, ci ha convinti definitivamente della bontà del progetto.

Produrre energia a basso costo, riducendo le emissioni nel territorio cittadino, e controllando da “dentro ” come evolve la politica dei costi, ci è sembrato il modo migliore per tutelare ambiente e cittadinanza. Soprattutto in considerazione del fatto che l’energia prodotta dal teleriscaldamento potrà essere fruibile ma costituirà un’alternativa sul libero mercato.

In sintesi il singolo utente, o gruppo di utenti nel caso in cui si tratti di un condominio, potrà scegliere di continuare a utilizzare una fonte tradizionale (quindi metano tramite la centrale termica condominiale) o migrare al teleriscaldamento, acquistando quindi direttamente acqua calda,  senza sostenere costi per l’acquisto e la manutenzione della centrale termica. 

Quest’ultimo punto è forse sottovalutato. Che si parli di centrale termica condominiale, di caldaia per singola unità abitativa, o di qualsiasi altro dispositivo utile ad una generazione di energia (sia da fonti tradizionali che rinnovabili) è necessario un investimento, più o meno consistente, da parte dell’utente.

In un contesto come quello attuale poter garantire la fruibilità energetica da parte di tutti, senza bisogno di investimenti e futuri costi accessori (manutenzioni, certificazioni, ecc.) non è cosa da poco.

Efficientamento 

Crediamo molto nell’efficientamento energetico e nelle energie rinnovabili. Per questo motivo abbiamo valutato positivamente il progetto proposto da Manutencoop per la gestione del patrimonio immobiliare comunale. Questo progetto garantirà al nostro comune un risparmio significativo nei prossimi anni. Comprende, per fare un po’ di chiarezza, opere di efficientamento energetico su buona parte del patrimonio immobiliare comunale (scuole, uffici, asili, etc.) con una gamma di interventi molto ampia.

Si passa da un’installazione diffusa di valvole termostatiche e pompe elettroniche a portata variabile (in sostituzione dei gruppi di pompaggio a portata fissa, caratterizzati da scarsa efficienza energetica) al rifacimento o revamping delle centrali termiche, con l’installazione di sistemi di telecontrollo per la regolazione da remoto della temperatura.

Molto più banalmente in molti casi i corpi illuminativi tradizionali verranno sostituiti da dispositivi a led, ad alta efficienza energetica.

Alcuni interventi prevedranno coibentazioni tramite cappotto termico e sostituzione infissi. Passando dall’efficientamento alla generazione sono stati previsti, fra gli altri, progetti con pompa di calore geotermica ad alta efficienza energetica abbinata ad un impianto fotovoltaico (inverter trifase e moduli monocristallini) utilizzabile per la produzione di energia elettrica oltre che, dove sono stati rilevati consumi di acqua calda particolarmente elevati,  solare termico per la produzione di acqua calda, con pannelli a circolazione forzata e bollitore di accumulo.

Ci siamo mossi in un ulteriore contesto. Tramite la nostra partecipata Amag che controlla REAM…

REAM ha avuto un destino contraddittorio in questi ultimi anni. Inizialmente destinata alla vendita, Amag ha deciso su sollecitazione dell’assemblea soci, di valorizzarne la riconoscibilità sociale e le competenze sviluppate nella comunità alessandrina.

REAM, ottimo esempio di azienda a capitale pubblico (AMAG) e privato (Restiani), si pone sul mercato come fornitore di servizi di gestione calore. Sostanzialmente, da anni converte impianti termici a gasolio in centrali termiche a metano di ultima generazione, secondo i più aggiornati standard di mercato, garantendo quindi un miglioramento sostanziale del valore di emissioni in ambiente. Forse questo non basta più e proprio per questo motivo, investendo sull’anima verde dell’azienda, in questi giorni è stato approvato dal consiglio di amministrazione un nuovo business plan (piano industriale) che prevede sviluppi in settori fino ad ora ignorati.

Stiamo parlando di un’azienda che proporrà, tramite analisi energetiche mirate, installazione di impianti per il solare termico e insufflaggi per migliorare la coibentazione degli stabili. Insomma, proponendo sul libero  mercato (avendo i condomini come target principale) soluzioni per la produzione di calore a basso impatto ambientale in abbinata a tecnologie che permettano di aumentare l’efficienza globale dell’edificio.

Energia dai rifiuti

Il nuovo Piano Industriale di Aral prevede il raggiungimento dell’indipendenza energetica degli impianti di trattamento dei rifiuti di Castelceriolo. La fonte di energia sarebbe il biogas prodotto dalla discarica che alimenterebbe la generazione di energia elettrica in misura sufficiente da garantire il funzionamento diurno con surplus notturni utilizzabili per attività industriali circostanti.

Illuminazione pubblica 

La trasformazione degli impianti tradizionali con quelli a led è proseguita nell’ambito degli interventi PISU con investimenti di circa 700 mila euro che si sono concentrati in particolare sull’area Meier, Parco, Lungofiume. Enel Sole gestisce la rete dal 2012 sulla base di una convenzione con il Comune di Alessandria e nel periodo 2012-2017 ha effettuato la trasformazione di più di 3000 punti luce con apparecchi a led ad alta efficienza (e dunque basso consumo). Sul complessivo numero delle lampade, quelle a led sono passate dal 4% del 2012 al 28% di oggi.
La riduzione dei consumi stimata da Enel è di circa 1.600.000 kWh/anno, circa corrispondenti a 430 tonnellate di petrolio e 1700 tonnellate di CO2 emessa in atmosfera.

Mobilità sostenibile 

Abbiamo previsto e sarà insalata a breve la prima colonnina in Alessandria per la ricarica delle auto elettriche. Posizionata in Piazza Santa Maria di Castello sarà solo quella d’esordio, visto che abbiamo apprezzato nel project sul teleriscaldamento l’installazione di altre colonnine presso la “Centrale Sud” con ricariche agevolate o gratuite per i cittadini e per i mezzi del Comune.

Piano d’azioni per l’energia sostenibile

Un’altra azione che abbiamo fatto è riavviare il percorso del PAES (Piano d’azioni per l’energia sostenibile) anche noto come Patto dei Sindaci, che era stato avviato nel 2010-2011 e presto finito su un binario morto.
Nel 2016 finalmente è stato possibile finanziare l’attività del cosiddetto “monitoraggio”, che è un’attività periodica di verifica ed aggiornamento già sollecitata dalla Commissione Europea, e dunque riavviare il percorso.

lunedì 3 aprile 2017

Trasporto pubblico alessandrino, Anno 1 di Angelo Marinoni


 

La primavera trasmette a quasi tutti un’idea di rinascita, di luce e di spazi da riempire con i propri progetti resi più realizzabili dall’entusiasmo e dalle giornate che si allungano ogni giorno come a incoraggiare facendoti guadagnare del tempo.

In questa primavera del 2017 la città di Alessandria ha messo in cantiere l’idea di un grande progetto i cui confini vanno definiti, come vanno ancora definiti i mezzi per raggiungere l’obiettivo ovvero un sistema di mobilità sostenibile, efficiente e efficace.

La definizione del sistema trasporti di una città è il momento principale di definizione della città stessa, poiché tramite di esso si esplicitano le politiche urbanistiche e della mobilità di persone e cose.

La parabola di ATM ha consegnato entusiasmi nei primi due decenni della sua esistenza (1973-1993) e molti problemi nei restanti.


Amag mobilità è una società nata per accompagnare ATM al suo ultimo destino e ha avuto il compito di riprendere in mano, con innumerevoli difficoltà di contesto, il sistema trasporto pubblico della città: ora la sua primavera si chiama LINE ed ha assegnato in via definitiva, fatte salve confuse normative e discipline regionali in via di definizione, l’onore e l’onere di interpretare il trasporto pubblico del capoluogo.

Siamo in presenza di uno di quei rari casi in cui la notizia ha significativi elementi positivi dati il contesto e non si registrano significativi elementi negativi.

Il primo significativo elemento positivo è il socio di AMAG mobilità, la società LINE, vettore privato pavese-lodigiano che ha un curriculum aziendale di tutto rispetto, è una società che opera seriamente in contesti urbani omologhi a quello che è chiamata a cogestire in Alessandria. 

Il secondo significativo elemento positivo è il mantenimento della direzione AMAG mobilità, almeno per ora, del timone che lascia all’Amministrazione comunale maggiori prospettive di indirizzo politico sull’evoluzione del trasporto pubblico cittadino.

Il terzo significativo elemento positivo, l’elenco non è in ordine di importanza, è il successo politico dell’Amministrazione comunale che ha guadagnato i primi due elementi mantenendo il livello occupazionale e gestendo con serissima trasparenza un passaggio assai difficile in un settore difficile anche in contesti non eccezionali come quello alessandrino.

Il fatto che sia primavera, però, non ara né semina la terra e tantomeno mette a dimora e cura le piante.

La città ha guadagnato un nuovo anno zero e una nuova pagina bianca sulla quale scrivere, cosa che per buona pace dei detrattori non era affatto scontata perché in questo contesto, come nel 2012, senza la capacità di certi amministratori avremmo avuto pagine per lo più già scritte e non di facile lettura.

Bisogna cominciare, quindi, a dettare gli argomenti che AMAG e LINE dovranno scrivere nel modo migliore e compatibilmente con le risorse che avranno a disposizione: la direzione politica è il nodo da non sottovalutare.

L’esperienza non solo alessandrina, ma specialmente in ambiti maggiori, ha dimostrato che spesse volte sono i gestori a sottostare alle volontà dei vettori e il fornitore a dettare le condizioni al committente: questa inversione dei ruoli, che ha come vittime principali i territori sui cui insistono gli attori, è piuttosto comune in ambito di trasporto pubblico locale.

Occorre da subito avere un’idea chiara della città che si vuole e di conseguenza del sistema di trasporto pubblico che in essa deve essere esercito: posti gli obiettivi e le condizioni si caleranno i dati nelle risorse disponibili ricavandone, in sinergia con il vettore, l’esercizio che meglio interpreta gli obiettivi del committente, il Comune di Alessandria o AMP (Agenzia per la Mobilità Piemontese) per esso.

Principalmente per questo passaggio è fondamentale che si definisca l’idea di città e quindi si cominci a stilare l’elenco dei dati usando i quali risolvere il problema.

L’anno di affitto di ramo d’azienda che ha visto la gestione AMAG di quello che restava di ATM ha, da un lato consentito di garantire il servizio minimo e il livello occupazionale, ma dall’altro ha congelato un esercizio minimo che ha consolidato un ruolo marginale del servizio di trasporto pubblico nella vita della città.

Una visione accettabile oltre che sostenibile della città dà al trasporto pubblico un ruolo da protagonista che, rebus sic stantibus, non è assolutamente in grado di interpretare. Sarebbe stato, probabilmenteopportuno modificare, anche con atti di ulteriore coraggio il servizio minimo estivo 2016 di ATM rimasto in vigoreeliminando linee con un passaggio ogni ora, del tutto inutiliper ottenere da quelle una linea con frequenze di passaggio appetibili quindi in grado di non disperdere l’utenza residua e attrarne qualcuna che nel frattempo si era persa per l’inadeguatezza dell’offerta.

Le elezioni consegneranno un foglio bianco da scrivere al vincitore e gli argomenti che verranno dettati sono una grossa responsabilità perché definiranno la città per decenni oltre che, auspicabilmente, ridarle il ruolo opportuno nell’ambito di ordine regionale, ora che ha vinto la sua battaglia più grande riguadagnando il diritto di investire che aveva perduto.

In questo contesto, la città ha guadagnato uno strumento importante e non solo un fornitore: AMAG si profila non solo come multi-utility, ma come impresa somma di imprese il cui valore complessivo è maggiore della somma delle singole.

È importante che AMAG mobilità che, comunque, fa capo alla Città mantenga un ruolo chiave e interpreti l’indirizzo politico che il partner privato contribuirà a eseguire con la massima efficienza e efficacia traendone, ovviamente, le lecite spettanze.

Sicuramente una adeguata politica della mobilità sarà in grado di aumentare le rendite da bigliettazione e quindi invogliare il partner privato a maggiori investimenti traendo da questi i ricavi marginali indispensabili perché il sistema resti dinamico e garantisca quindi un’offerta complessivamente valida.

A questo proposito è opportuno evidenziare che la politica della mobilità non la scrivono, come credono erroneamente alcuni esponenti che si candidano alla guida della Città tra i due fiumi, le società che eserciscono il trasporto, ma la scrive chi amministra organizzando e disciplinando l’urbanistica e la fruizione della città, favorendo o meno il passaggio modale da vettura privata a mezzo pubblico e velocipede.

Il ruolo di AMAG mobilità e LINE è importante e non sarà di facile interpretazione, ma non di meno è complesso e più ancora discriminante il ruolo dell’indirizzo politico che verrà dall’Amministrazione e che con le sue scelte condizionerà il tipo di esercizio del vettore indipendentemente dalla sua maggioranza azionaria.