Il 24 Novembre 2017 si è tenuto un convegno sul futuro dei nostri territori e i possibili scenari tra innovazione e tradizione, che si intitolava: “Verso la SMART COUNTRY, Territorio, Industria, Innovazione, il futuro inizia dalle nostre Radici” Probabilmente non è un caso che si sia tenuto al Castello di Grinzane Cavour, patria del Conte CamilloBenso, che con le sue intuizioni “smart” fra l’altro ha contribuito a creare l’Italia attuale e a promuovere la realizzazione del canale d’irrigazione Cavour, ancor oggi fondamentale per la risicoltura italiana. Da amministratore agricolo incentivò già nell’’800 nuove tecniche di coltivazione e vinificazione, mettendo probabilmente le basi per la crescita e valorizzazione di una delle terre da vini più importanti al mondo. (Consiglio una gita in Langhe con visita al Castello). La prima impressione che mi sono fatto è che la provincia di Cuneo, pur uscendo dalla guerra peggio di altre zone limitrofe e pur soffrendo di una posizione geografica, d’infrastrutture di comunicazione penalizzanti, in questi anni ha saputo fare sistema territoriale, prima e meglio delle altre provincie piemontesi.
È impressione diffusa che spesso il patrimonio di sapere e cultura Italiano non sempre è valorizzato e condiviso in modalità Smart, un termine oggi molto usato, che può essere tradotto in rapido, veloce, abile, acuto, brillante, sveglio, intelligente, ma anche alla moda ed elegante. L’aggettivo è diffuso anche in espressioni a noi molto famigliari, come “smartphone”, letteralmente “telefono intelligente”, oppure come smart watch (orologi con funzionalità evolute), di smart TV, smart work, e ancora smart city, smart economy e persino smart governance, dove “smart” racchiude i concetti di migliore qualità di vita e minor impatto ambientale, grazie all’utilizzo intelligente delle tecnologie.
Nel nostro Paese convivono, anche a poca distanza tra loro, comunità vivaci, con buon governo, una buona qualità della vita, dei servizi, un alto tasso di occupazione, e a poca distanza territori degradati, con vaste aree semi-abbandonate, spesso in mano al malaffare.
La civiltà industriale che ha modellato il nostro mondo, che ha dominato il novecento sta volgendo al termine e siamo entrati in un’epoca, dove informazione, conoscenza, connettività sono le armi del potere economico e culturale. Nel convegno si è parlato di un possibile nuovo umanesimo, di stile neorinascimentale, di migliore qualità di vita delle persone, a patto che i fini delle imprese non siano solo di massimizzare gli utili ma di condividere i benefit con il territorio dove operano. La velocità dei cambiamenti, l’alto livello di conoscenza e specializzazione richieste, gli investimenti devono essere guidate da una regia (politica) che veda una collaborazione effettiva tra pubblico e privato. Un secolo fa la rivoluzione di Ottobre ha segnato un momento in cui il pubblico è diventato dominante, oggi quel modello mostra dei limiti. La globalizzazione che pochi anni fa sembrava la soluzione di tutti i mali ha mostrato pregi e difetti.
Quale futuro daremo alla nostra società e alle future generazioni?
Con la regia di Egea, Azienda Multi-Utility del territorio, i partner istituzionali CCIAA CN, Confindustria CN, le testimonianze di Aziende leader come Ferrero, Merlo, Miroglio, Balocco e Ceretto e la collaborazione di SDA Bocconi, sono state illustrate le connessioni tra Sostenibilità Ambientale, Welfare e Risorse Umane, Sport e Cultura, Ricerca e Innovazione come possibili motori di sviluppo e benessere territoriale.
“Lavorare, Creare, Donare” alla Ferrero, si da molta importanza al welfare aziendale, con particolare attenzione alle donne, per migliorare le condizioni di lavoro, e di conseguenza l’efficienza e la produttività. Sviluppo del talento e attenzione alla vita privata dei dipendenti, anche fuori dal lavoro. Interazione con l’ente pubblico per migliorare i trasporti e la salvaguardia del territorio. Non per questo, tutti sono adatti a lavorare alla Ferrero. In Ferrero Smart significa Vivacità.
Alla Merlo S.p.A. (1200 dipendenti - 90% in export) azienda metalmeccanica specializzata in sollevatori telescopici per edilizia, agricoltura e industria, si punta molto su innovazione, formazione, valorizzazione del capitale umano, perché nell’era della comunicazione, le capacità relazionali e comportamentali, sono fondamentali quanto la qualità dei prodotti.
L’industria tessile è la più antica del mondo, ed è stata la prima a meccanizzarsi, Miroglio presente in 34 paesi e con 49 unità produttive è in continua evoluzione. Non potrebbe essere diversamente: Open innovation, apertura, cambiamenti nell’organizzazione, collaborazioni con l’esterno, vision e flessibilità da start-up, per cercare di capire cosa succede prima possibile.
La Balocco ha raccontato l’esperienza delle sponsorizzazioni sportive, con la Juventus, nel momento peggiore del club bianconero, quando era retrocessa in serie B e successivamente la maglia rosa al giro d’Italia. Un esempio di coraggio e intuizione per un’azienda di tradizione e solidità ma con dimensioni aziendali molto inferiori al target Juventus (Jeep, Holland del gruppo Fiat), che ha investito in un marketing fuori dai propri schemi. L’emotività del connubio sport/impresa ha contribuito a migliorare la visibilità aziendale della Balocco e ad aumentare i fatturati aziendali oltre le loro aspettative.
La Ceretto vini, deve invece agli investimenti fatti nella promozione e sponsorizzazione di eventi culturali sul territorio, con artisti di fama internazionali, buona parte della propria notorietà e dei propri successi. Famiglia di mecenati, grazie a loro ogni anno migliaia di persone vengono in Langa, favorendo lo sviluppo, la fama del territorio e non solo della loro azienda. Un esempio virtuoso da considerare. In questo caso con la cultura si mangia, e probabilmente si nutre anche il cervello.
La “Green economy” è la mission di Egea azienda al servizio di famiglie e imprese. La qualità e l’efficienza dei trasporti locali, lo smaltimento rifiuti, l’acqua potabile, le energie e la riduzione di agenti inquinanti condizionano profondamente il benessere delle persone e dei luoghi. I cambiamenti climatici li subiamo tutti e solo facendo massa comune possiamo abbassare le emissioni, efficentare la mobilità, diminuire i rifiuti. La connettività può ridurre gli spostamenti delle persone e limitare le emissioni, migliorare la videosorveglianza. La domotica può fare accendere le luci pubbliche solo al passaggio delle persone, riducendo i consumi e via fino alle bici elettriche.
C.S.R. (Corporate Social Responsability) ovvero la responsabilità sociale di impresa, è un fondamento dell’economia moderna.
La Città ideale conservata a Urbino e simbolo del Rinascimento è stata dipinta da un autore ignoto. Ignote o non certe, sono anche le ricette per creare la Smart city che sogniamo e ipotizziamo alla fine di questi convegni, per la semplice ragione che il mondo è imperfetto. Bisogna arrendersi alla fine della nostra civiltà? Certamente no, personaggi a noi relativamente vicini, come Giuseppe Borsalino, Adriano Olivetti, Michele Ferrero, in epoche più o meno recenti, con le loro visioni lasciato un mondo diverso e migliore di come lo avevano trovato. Hanno saputo essere smart, creare lavoro, benessere e dotare di infrastrutture comuni il territorio dove hanno operato. Dove c’è capitale umano di qualità,c’è anche bellezza e benessere. Mi piace ricordare le parole del più grande visionario che ho avuto il piacere di aver personalmente incontrato nella mia vita.
Il Buono sta nelle migliaia d’imprenditori, artigiani, commercianti, professionisti, operai, agricoltori, studenti, professori, ricercatori pubblici e privati che nonostante questi grandi problemi strutturali, competono e vincono le loro sfide quotidiane nella consapevolezza che potrebbe non bastare.
Il Buono sta nell’enorme serbatoio di Sapere, Fantasia, e Bellezza accumulate in questo Paese in tremila anni di Storia vissuti da protagonisti.
Questo Patrimonio grandissimo anche nelle materie scientifiche è solo trascurato.
Tutto il mondo affronta la competizione globale cercando qualità, creatività, fantasia. Noi non dobbiamo cercarle perché sono la nostra storia. Per ritrovarle e ritrovarci serve una chiamata di responsabilità che però deve essere autorevole e credibile.”
Guido Ghisolfi, Ottobre 2011
Fabio Decorato