lunedì 3 aprile 2017

Trasporto pubblico alessandrino, Anno 1 di Angelo Marinoni


 

La primavera trasmette a quasi tutti un’idea di rinascita, di luce e di spazi da riempire con i propri progetti resi più realizzabili dall’entusiasmo e dalle giornate che si allungano ogni giorno come a incoraggiare facendoti guadagnare del tempo.

In questa primavera del 2017 la città di Alessandria ha messo in cantiere l’idea di un grande progetto i cui confini vanno definiti, come vanno ancora definiti i mezzi per raggiungere l’obiettivo ovvero un sistema di mobilità sostenibile, efficiente e efficace.

La definizione del sistema trasporti di una città è il momento principale di definizione della città stessa, poiché tramite di esso si esplicitano le politiche urbanistiche e della mobilità di persone e cose.

La parabola di ATM ha consegnato entusiasmi nei primi due decenni della sua esistenza (1973-1993) e molti problemi nei restanti.


Amag mobilità è una società nata per accompagnare ATM al suo ultimo destino e ha avuto il compito di riprendere in mano, con innumerevoli difficoltà di contesto, il sistema trasporto pubblico della città: ora la sua primavera si chiama LINE ed ha assegnato in via definitiva, fatte salve confuse normative e discipline regionali in via di definizione, l’onore e l’onere di interpretare il trasporto pubblico del capoluogo.

Siamo in presenza di uno di quei rari casi in cui la notizia ha significativi elementi positivi dati il contesto e non si registrano significativi elementi negativi.

Il primo significativo elemento positivo è il socio di AMAG mobilità, la società LINE, vettore privato pavese-lodigiano che ha un curriculum aziendale di tutto rispetto, è una società che opera seriamente in contesti urbani omologhi a quello che è chiamata a cogestire in Alessandria. 

Il secondo significativo elemento positivo è il mantenimento della direzione AMAG mobilità, almeno per ora, del timone che lascia all’Amministrazione comunale maggiori prospettive di indirizzo politico sull’evoluzione del trasporto pubblico cittadino.

Il terzo significativo elemento positivo, l’elenco non è in ordine di importanza, è il successo politico dell’Amministrazione comunale che ha guadagnato i primi due elementi mantenendo il livello occupazionale e gestendo con serissima trasparenza un passaggio assai difficile in un settore difficile anche in contesti non eccezionali come quello alessandrino.

Il fatto che sia primavera, però, non ara né semina la terra e tantomeno mette a dimora e cura le piante.

La città ha guadagnato un nuovo anno zero e una nuova pagina bianca sulla quale scrivere, cosa che per buona pace dei detrattori non era affatto scontata perché in questo contesto, come nel 2012, senza la capacità di certi amministratori avremmo avuto pagine per lo più già scritte e non di facile lettura.

Bisogna cominciare, quindi, a dettare gli argomenti che AMAG e LINE dovranno scrivere nel modo migliore e compatibilmente con le risorse che avranno a disposizione: la direzione politica è il nodo da non sottovalutare.

L’esperienza non solo alessandrina, ma specialmente in ambiti maggiori, ha dimostrato che spesse volte sono i gestori a sottostare alle volontà dei vettori e il fornitore a dettare le condizioni al committente: questa inversione dei ruoli, che ha come vittime principali i territori sui cui insistono gli attori, è piuttosto comune in ambito di trasporto pubblico locale.

Occorre da subito avere un’idea chiara della città che si vuole e di conseguenza del sistema di trasporto pubblico che in essa deve essere esercito: posti gli obiettivi e le condizioni si caleranno i dati nelle risorse disponibili ricavandone, in sinergia con il vettore, l’esercizio che meglio interpreta gli obiettivi del committente, il Comune di Alessandria o AMP (Agenzia per la Mobilità Piemontese) per esso.

Principalmente per questo passaggio è fondamentale che si definisca l’idea di città e quindi si cominci a stilare l’elenco dei dati usando i quali risolvere il problema.

L’anno di affitto di ramo d’azienda che ha visto la gestione AMAG di quello che restava di ATM ha, da un lato consentito di garantire il servizio minimo e il livello occupazionale, ma dall’altro ha congelato un esercizio minimo che ha consolidato un ruolo marginale del servizio di trasporto pubblico nella vita della città.

Una visione accettabile oltre che sostenibile della città dà al trasporto pubblico un ruolo da protagonista che, rebus sic stantibus, non è assolutamente in grado di interpretare. Sarebbe stato, probabilmenteopportuno modificare, anche con atti di ulteriore coraggio il servizio minimo estivo 2016 di ATM rimasto in vigoreeliminando linee con un passaggio ogni ora, del tutto inutiliper ottenere da quelle una linea con frequenze di passaggio appetibili quindi in grado di non disperdere l’utenza residua e attrarne qualcuna che nel frattempo si era persa per l’inadeguatezza dell’offerta.

Le elezioni consegneranno un foglio bianco da scrivere al vincitore e gli argomenti che verranno dettati sono una grossa responsabilità perché definiranno la città per decenni oltre che, auspicabilmente, ridarle il ruolo opportuno nell’ambito di ordine regionale, ora che ha vinto la sua battaglia più grande riguadagnando il diritto di investire che aveva perduto.

In questo contesto, la città ha guadagnato uno strumento importante e non solo un fornitore: AMAG si profila non solo come multi-utility, ma come impresa somma di imprese il cui valore complessivo è maggiore della somma delle singole.

È importante che AMAG mobilità che, comunque, fa capo alla Città mantenga un ruolo chiave e interpreti l’indirizzo politico che il partner privato contribuirà a eseguire con la massima efficienza e efficacia traendone, ovviamente, le lecite spettanze.

Sicuramente una adeguata politica della mobilità sarà in grado di aumentare le rendite da bigliettazione e quindi invogliare il partner privato a maggiori investimenti traendo da questi i ricavi marginali indispensabili perché il sistema resti dinamico e garantisca quindi un’offerta complessivamente valida.

A questo proposito è opportuno evidenziare che la politica della mobilità non la scrivono, come credono erroneamente alcuni esponenti che si candidano alla guida della Città tra i due fiumi, le società che eserciscono il trasporto, ma la scrive chi amministra organizzando e disciplinando l’urbanistica e la fruizione della città, favorendo o meno il passaggio modale da vettura privata a mezzo pubblico e velocipede.

Il ruolo di AMAG mobilità e LINE è importante e non sarà di facile interpretazione, ma non di meno è complesso e più ancora discriminante il ruolo dell’indirizzo politico che verrà dall’Amministrazione e che con le sue scelte condizionerà il tipo di esercizio del vettore indipendentemente dalla sua maggioranza azionaria.

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