giovedì 26 gennaio 2017

ALESSANDRIA A 32 CM DA UN’ALTRA CATASTROFE


 

Il 23 Gennaio 2017 la Commissione Sicurezza e Ambiente del Comune di Alessandria si è riunita aprendo le sue porte all’AIPO (Agenzia Interregionale per il fiume PO), la struttura comunale di protezione civile, la stampa locale e i rappresentanti di associazioni

 

COSA È STATO DETTO?

 

Avevo già pensato di fare un resoconto della mattinata, e ora sono qui sulla mia tastiera dopo che Pierluigi Cavalchini da sempre in prima linea su questi temi, e presente in sala in veste giornalistica, mi ha contattato per avere dei riscontri su alcune risposte fornite dai relatori a una mia domanda sulle casse di laminazione previste. In commissione ho sentito cose che già conoscevo, ma anche molte informazioni su cui l’amministrazione comunale, regione e governo a mio parere dovrebbero seriamente impegnarsi, considerando il grande pericolo e la grande paura del 25 novembre 2016.


 



uona parte dei membri della commissione, specialmente di minoranzaevidentemente sono più preoccupati dello smarinoDico questo perché questa mattina sulla stampa locale non trovo analisi sullerelazione dell’AIPO, ma si parla invece delle sponde tagliate alla Cava Clara e Buona,dopo la piena della Bormida di Novembre, ma non si approfondisce sulla sicurezza idrogeologica della città e i costi dei progettiQuesta notizia, che è stata data in commissione dall’assessore all’ambiente Claudio Lombardi oggi ha trovato molto più spazio mediatico. Il Movimento 5 stelle ha chiesto di portare gli atti in procura. Senza entrare nel merito di questi argomenti riferiti alle cave, Cociv, terzo valico, riporto solo l’opinione dell’Ing. Condorelli dell’AIPO ed esperto di idraulica, secondo cui quella cava vicina al fiume andrebbe riempita. Altri, all’interno della discussione hanno invece ipotizzato che nei momenti di massima piena della Bormida, quel buco potrebbe comunque contenere un milione di metri cubi d’acqua e alleggerire le pieneNon sono un tecnico idraulico ma essendo tra i soci fondatori di un’associazione che dopo l’alluvione del 1994 ha cercato di contribuire alla sicurezza e alla prevenzione della città, ho una certa conoscenza della materia o semplicemente la capacità di comprendere la maggior parte dei termini tecnici usati e gli ordini di grandezza di cui si parla. Ho fatto anche parte per 2 anni del gruppo comunale di protezione civile del comune di Alessandria, quando fu istituito. So com’è strutturata la protezione civile in Italia, con i suoi pregi e difetti. In questi anni ho capito che gli aspetti culturali, i vincoli burocratici, gli interessi personali, quelli politici e umani in genere, sono spesso ostacoli al bene comune e alla sicurezza, ancor più difficili da superare, che la catastrofica forza della natura.

 

L’Ing. Condorelli dell’AIPO, nel suo intervento, ricordando l’eccezionalità della piena del Novembre 2016, ha detto che ha avuto una portata prossima a quella del 1994, e riportato un dato secondo cui ad Alba la piena del Tanaro è stata calcolata in 3.400 mc/secondoHa poi spiegato che In questi casi non è possibile misurare con esattezza la reale piena di un fiume, e in idraulica si parla di portata calcolata”. Se così fosse, il 25 novembre ad Alessandria potrebbe essere arrivata una quantità d’acqua superiore ai valori utilizzati, per la progettazione delle opere di messa in sicurezza della nostra città fin dal 1995. A mia memoria i rifacimenti dei ponti, le nuove arginature, la ricalibratura dell’alveo, dovrebbero contenere una piena tra i 3.200 e i 3.500 mc/secondo.

Ha poi detto che questa piena in un certo senso ha funzionato da collaudo delle opere fin qui realizzate, evidenziando la criticità degli “imbuti” di Asti e di Alessandria. In particolare ad Alessandria il fiume non è esondato per soli 32 centimetri grazie al “Franco”, quella parte superiore di arginaturaqui alta circa un metro, che viene predisposta, ma che non ha tutte le garanzie di resistenza e sicurezza dell’argine vero e proprio. Nella sua relazione ha poi parlato di danni all’argine in zona Orti in concomitanza di alcuni scarichi, dove sonoancora in corso le opere di ripristino. Ha parlato poi di tracimazione della Bormida a seguito del danneggiamento dell’argine da parte di privati per facilitare il passaggio in zone agricole esondabili. Questa piena come rilevato anche dalla Dottoressa Sinellidell’ufficio Comunale di Protezione Civile, ha comunque creato danni ingenti a molte famiglie del Comune di Alessandria. In particolare nelle aree golenali in zona Astuti,alcune abitazioni hanno avuto l’acqua anche ai piani superiori e molti cittadini sono ancora in emergenza. 

Molti allevatori hanno dovuto spostare centinaia di capi di bestiame. I danni sono stati ingenti. Questa piena ha evidenziato l’utilità dei lavori fatti, compreso l’abbattimento del ponte della Cittadella, che se presente, con questi volumi di piena avrebbe probabilmente causato un ulteriore innalzamento del fiume e l’allagamento della città. Un consigliere comunale, chiedendo la rimozione della briglia, il manufatto sotto il ponte Meier, che crea la cascatella e su cui si poggiava il vecchio ponte, ha in questo modo confermato che questo andava eliminato. Senza la briglia, secondo la relazione dell’AIPO, si avrebbe, una ulteriore diminuzione della massima piena.

L’Ing. Condorelli ha poi illustrato sulla base degli studi di fattibilità già predisposti, ed in ossequio alla pianificazione di bacino vigente (PAI), i progetti di un sistema di casse di laminazione delle piene a partire da Alba (CN) fino ad Alessandria. 4 casse di laminazioneAlba (CN), Isola d’Asti (AT), Rocchetta Tanaro (AT), Alessandria (AL)), per la riduzione del colmo di piena. 

Il volume di invaso delle casse ammonta complessivamente a circa 70 Milioni di mc, per un importo stimato di circa € 300.000.000. Soffermandosi sulla cassa n 4, alle porte di Alessandria ha ipotizzato un costo di circa 30 milioni per la sua realizzazione. Per fare capire a tutti l’impatto sulla sicurezza derivante ha spiegato che quest’opera porterebbe a una diminuzione della massima piena di 35 cm. Per intenderci a Novembre 2016 avremmo avuto 65/70 cm anziché 32 sotto il “Franco” nel tratto Tiziano/Meier.

La realizzazione di tutte e 4 le opere ipotizzate porterebbero ad una diminuzione totale del 17% della massima piena calcolata, che significherebbe una riduzione che ipotizzo tra i 500/600 mc/secondo.

 

CONCLUSIONI

 

Io che ho sempre sostenuto l’adeguamento o l’abbattimento del Cittadella non sono mai stato, come credo tutti coloro che la pensavano come me, contrario alle casse di laminazione. Non sonin grado di sapere, in centimetri quanta acqua in meno si avrebbe in Città, ma queste sono probabilmente le sole opere che potranno essere messe in atto per aumentare la sicurezza di Alessandria. Nella sua relazione AIPO ha spiegato che l’ostacolo maggiore non è quello economico sicuramente rilevante (€ 300.000.000/trecento milioni di euro, oltre agli espropri) ma quello sociale e burocratico. Per realizzare queste opere occorrerà acquisire migliaia di ettari o dare compensazioni economiche per non togliere preziose risorse alla filiera agricola. Dai dati esposti, si vede che dal 1994 ad oggi per mettere in sicurezza il territorio del Tanaro sono stati investiti nelle provincie di CN, AL e AT da AIPO e MAGISPO  440.660.848,00. L’investimento per la realizzazione delle opere e le probabili difficoltà da parte delle comunità a trovare le risorse necessarie, considerando che non siamo più in una fase di emergenza post alluvione e importante, ed è sicuramente la sfida che nei prossimi dovranno affrontare gli amministratori, magari partendo da un progetto per volta. La cassa n 4 di Alessandria, come anche

evidenziato dagli interventi, dei relatori sarà probabilmente il primo obiettivo che si vorrà realizzare. A mio modesto parere, bisognerà riflettere e molto sull’abbattimento della briglia, che aumenterebbe si la portata ma anche una radicale modifica dell’aspetto morfologico del fiume, che deve invece essere valorizzato per un suo utilizzo da parte della città. Bisogna prevedere per il futuro una periodica manutenzione dell’alveo nel tratto urbano, il cosiddetto imbuto tra il ponte ferrovia e il depuratore degli Orti. Tra gli altri aspetti si è parlato di come sia sempre più indispensabile un secondo ponte sulla Bormida. Come ultima considerazione credo vada presa in seria considerazione una revisione della protezione civile comunale e dei sistemi di allertamento ed evacuazione della popolazione, soprattutto con un’implementazione sui social media.

FABIO DECORATO 




 

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